A Fossano il guru di Tok.tv, l’app da 16milioni di utenti nel mondo

“A vostri figli, e alle vostre figlie soprattutto, fate fare il software. Gli italiani sono i migliori al mondo. È questo il futuro: si può lavorare ovunque, si vive sereni e senza stress”

Forse la soluzione ai problemi della società moderna potrebbe essere proprio questa: cambiare i paradigmi, rovesciare le abitudini. Un modo per essere più sereni, per vivere meglio - insomma - per essere felici. Come? Vedendo la crisi come un’opportunità, non temendo i robot, né la globalizzazione e non considerando “sfigati” i programmatori che sviluppano software, né come dei fannulloni le persone che lavorano da casa; cose di questo tipo insomma... Facili da intuire, ancora difficili da realizzare - forse -; o forse no. Certamente tutto questo Fabrizio Capobianco, ingegnere valtellinese quarantacinquenne migrato nella Silicon Valley diciotto anni fa, lo ha capito molto bene. “Capo”, come lo chiamano i suoi, era a Fossano per una tre-giorni a Palazzo Righini, prima dell’Epifania. Lui e lo staff (una ventina di persone) di Tok.tv, start-up “liquida” che ha rivoluzionato il modo di guardare insieme, a distanza, le partite di calcio e non solo. Liquida, sì: un’azienda che non ha uffici né quartier generali, che vive nel mondo attraverso la Rete. Ogni tre mesi tutti i dipendenti si ritrovano fisicamente in un posto diverso: “Discutiamo, facciamo festa e mangiamo bene in luoghi belli o bellissimi, come questo. Così la qualità della vita e del lavoro migliora notevolmente, senza stress”, ha detto “Capo”. Con lui - al tavolo per una chiacchierata - c’era il giornalista Roberto Bonzio, ideatore del progetto Italiani di frontiera e il padrone di casa, Enrico Castellano.

Articolo completo su La Fedeltà del 18 gennaio.