La Casa di riposo di Genola adotta la “Doll therapy” e lo yoga del sorriso

Le prime novità, in attesa che si concludano i lavori di ampliamento, arrivano dalla progettazione  

La prima pietra, che porterà all’ampliamento e ristrutturazione della Casa di riposo “Giovanni XXIII” di Genola, è stata posata nel mese di novembre. Ma, mentre i lavori proseguono delineando, giorno dopo giorno, i passaggi che si spera per il prossimo Natale, al massimo all’inizio del 2017, porteranno alla consegna delle chiavi, il “ménage” in struttura segue il suo iter prendendosi cura dei trenta ospiti e preparandosi ai primi cambiamenti. 

Oltre all'inserimento della figura del direttore sanitario, all'aumento di ore per lo psicologo alcune importanti novità entreranno nel registro della programmazione: si tratta della "Doll therapy" e dello yoga del sorriso.

La bambola terapeutica è una bambola creata appositamente per stimolare e favorire l’espressione delle emozioni. Il loro sguardo, il peso, il materiale che le riveste, i capelli, sono tutte caratteristiche studiate come strumento terapeutico di carattere non farmacologico per favorire l’empatia, allentare le tensioni e l’ansia, stimolare la memoria e gestire disturbi comportamentali. Prevalentemente la “Doll therapy” è rivolta a pazienti  affetti da demenza senile, come l’Alzheimer. “La bambola riveste un significato simbolico - spiega la direttrice Alessandra Marino -. Alle persone a cui viene consegnata la bambola si chiede di prendersene cura: la pettinano, la cambiano, la nutrono, la cullano... Da studi ormai fatti da anni si è notato che l’adozione di questo trattamento aiuta molto le persone con disturbi comportamentali. Certo il percorso richiede figure preparate professionalmente e l’intervento e la supervisione dello psicologo”.

Anche lo “yoga della risata” è una delle nuove proposte innovative suggerite dalla direttrice che di questa tecnica ha seguito il percorso con Letizia Espanoli, ambasciatrice del sorriso in Italia, diventandone “leader”. “Lo yoga del sorriso è una grande opportunità per portare più felicità nella propria vita - spiega -. Esperienze e percorsi che, aiutati anche da pareti sensoriali (proiezioni di immagini e suoni), possano far emergere tutte le potenzialità del nostro cervello, risvegliare la mente e renderci più felici”. 

Ecco come in questa Casa di riposo nonostante le mura ancora stantie si respiri aria di nuovo e l’anziano che qui vi abita non è visto come una persona in attesa di intraprendere l’ultimo viaggio, ma da aiutare affinché viva pienamente fino all’ultimo istante.

Articolo su La Fedeltà in edicola mercoledì 3 febbraio