I vantaggi dell’agricoltura simbiotica – 11

La Cattedra del Contadino 12.10.2016

Inoculare dei consorzi microbici- un insieme di funghi e batteri buoni- nel terreno. Questo è uno dei principi dell’agricoltura simbiotica. Ma che cosa cambia nel terreno? Ne abbiamo parlato con Stefano Cattapan, tecnico agronomo del Ccs Aosta, leader a livello europeo nella produzione di consorzi microbici.
Che cosa significa concretamente inoculare composti microbici nel terreno?
Inoculare composti microbici nel terreno. Perché? In caso di perdita di fertilità biologica dei suoli, per limitare l’utilizzo agrofarmaci e per superare momenti di stress dovuti a cambiamenti climatici.
Il secondo interrogativo è quando l’inoculo deve avvenire in fase di semina e di trapianto.
Per quanto concerne il come, invece, ci sono molteplici risposte. Si può trattare il seme ricoprendolo di una polvere di microrganismi. Si possono inoltre inoculare i composti microbici nel terreno tramite dei micro-granuli che vanno inseriti nell’omonimo macchinario durante la fase di semina. Nel caso in cui vada trapiantato un albero da frutta, invece, nel buco del trapianto si inseriscono i granuli o, in ultimo, durante la fertirrigazione.
Come cambiano le produzione agricole?
Le produzioni cambiano. Inoculando composti microbici nel terreno, la pianta riesce ad esprimere  le sue massime potenzialità intrinseche sia per quanto riguarda la resistenza alle avversità e alle malattie sia per ciò che concerne la produttività. Questo si riflette in una maggior resa produttiva con una dimensione più omogenea dei frutti, una riduzione sensibile negli scarti e proprietà gustative e nutrizionali superiori  alla media.
Stefano, ci fai alcuni esempi?
Sono stati fatti degli studi sulla valutazione della capacità antiossidante in diversi settori. Per quanto concerne il vino, è stato dimostrato dal Centro nazionale delle Ricerche di Pisa, che, messe a campione il metodo di agricoltura convenzionale e quello simbiotico, che prevede l’inoculo di composti microbici, il secondo ha dato un vino con il 20% in più di capacità antiossidante. Il medesimo studio è stato condotto sulla carne de La Granda che, rispettando il disciplinare simbiotico, dimostra maggiori quantità di antiossidanti rispetto alle carni prodotte con metodo convenzionale. È stata invece l’Università Federico II di Napoli ad effettuare degli studi sull’ortofrutta. Ad esempio, i pomodori micorizzati registrano un più 146% di antiossidanti.
(11 - continua)