GUALTIERO MARCHESI

(Milano, 19 Marzo 1930)Pluri stellato Michelin auto-sospesosi dai giudizi della Guida dal 2008

Viene unanimemente considerato il padre e fondatore della “nuova cucina italiana”, come pure lo chef italiano più noto nel mondo che è riuscito a portare la nostra tradizione culinaria tra le più importanti e riconosciute di tutto il pianeta. Muove i primi passi in ambito gastronomico già in tenera età, a San Zenone al Po nella provincia di Pavia, essendo la sua una famiglia di ristoratori . Nel dopoguerra, si trasferisce in Svizzera per frequentare dal 1948 al 1950 la scuola alberghiera di Lucerna. Finito il periodo scolastico, torna nell’albergo familiare per alcuni anni per poi seguire il suo perfezionamento a Parigi nel periodo in cui esplodeva il Sessantotto, andando a bottega dai fratelli Troisgros, al ristorante Ledoyen e poi al Chepeau Rouge di Digione dove aprì occhi e mente alle novità che poco dopo avrebbero dato vita alla Nouvelle Cuisine. Rientrato in Italia, apre nel 1997 il suo primo locale e un anno dopo gli viene riconosciuta la stella della Guida Michelin, ma è nel 1986 che ebbe la sua consacrazione ufficiale: infatti come primo ristorante italiano gli vennero riconosciute le tre stelle della famosa Guida francese che, a seguire, gli portarono anche il titolo di Commendatore della Repubblica, onorificenza che gli fu conferita dall’allora Presidente Francesco Cossiga. Gualtiero Marchesi è sempre stato un grande appassionato delle più nobili forme espressive fin dai suoi esordi in cucina. Conosce Aldo Calvi, pittore e poeta, che rafforza il suo amore per l’arte in modo definitivo. Come anche sua moglie, musicista e futura maestra di Gualtiero nell’arte sonora, contribuisce alla sua formazione tanto da rendersi conto che quello che realizza nella musica può applicarlo anche alla cucina. «Smetto di suonare perché devo creare una cucina nuova, inconcepibile per il nostro paese» afferma Marchesi « è ora di rivoluzionare le portate, la presentazione, la carta dei vini. Questo è un momento fondamentale, è la rivoluzione culinaria postmusicale!».Nella primavera del 2010 s’inaugura a Milano, al Castello Sforzesco, una mostra a lui dedicata, che ripercorre i passi e i momenti della sua esperienza fra arte, cucina e successo internazionale, coronante il percorso di un uomo che ha motivato tutti gli chef italiani di oggi. In tanti anni di ristorazione è riuscito a formare tantissimi allievi che, nell’arco degli anni, sono diventati anch’essi importanti cuochi a livello mondiale, basti ricordare Davide Oldani, Mirella Porro, Antonino Cannavacciuolo, Carlo Cracco,, Enrico Crippa, Ernst Knam, Karsten Heidsick, Lucia Pavin, Paola Budel, Pietro Leemann, Marco Soldati e tanti altri ancora. Nel giugno 2008, Marchesi contesta il sistema di attribuzione dei punteggi della Michelin, e “restituisce” le stelle, contestando il sistema di votazione della guida basato sui voti, affermando di voler ricevere solo commenti anziché i punteggi. Come risultato a questa presa di posizione, nell’edizione 2009, “sparisce” il locale di Marchesi, rimanendo citato solamente come il ristorante dell’albergo in cui ha sede, senza nessuno dei commenti voluti da Marchesi. Tra i suoi piatti più famosi ricordiamo: “il raviolo aperto”, le “seppie al nero” ed il famosissimo “risotto all’oro”, piatto arricchito, e mai nome fu così appropriato, da un’autentica e sottile lamina del prezioso metallo posizionata direttamente sul cibo e gustata anch’essa dal commensale. È rettore dell’Alma (cucina), Scuola Internazionale di Cucina Italiana con sede in Colorno (Parma) e nel giugno 2006, fonda la Italian Culinary Academy a New York In occasione dei suoi ottanta anni nasce il 19 marzo 2010 la Fondazione Gualtiero Marchesi che ha come missione la diffusione del bello e del buono in tutte le arti, dalla musica alla pittura, dalla scultura alla cucina. Il suo motto ufficiale è “La cucina è di per se scienza, sta al cuoco farla diventare arte”. In un’intervista a ridosso degli 85 anni, Marchesi ha spiegato come sia importante per un cuoco restare umile e curioso in quanto bisogna sempre domandare il perché delle cose e al quesito sull’uso di stampanti 3D in cucina si dice favorevole anche se personalmente si considera comunque un uomo più “moderno” che “meccanico” Ha ricevuto premi e riconoscimenti importantissimi ed anche un paio di lauree honoris causa. Chef infaticabile, vale per lui il detto che il lavoro nobilita l’uomo, non per niente è Marchesi.