Otto per mille, una firma di solidarietà

L’8xmille non costa nulla per il cittadino, non è una tassa da pagare eppure porta un vantaggio all’intera comunità: è una firma, ma anche molto di più...

firma la destinazione dell'otto per mille 2019

È tempo di dichiarazione dei redditi ed è anche il tempo di una firma per scegliere a chi destinare l’otto per mille. In queste settimane nelle parrocchie della diocesi i sacerdoti e gli incaricati per il Sovvenire hanno sicuramente trovato le modalità concrete per spiegare come funziona il meccanismo dell’8xmille, per ribadire i valori di corresponsabilità, solidarietà e partecipazione che stanno alla base della scelta in favore della Chiesa cattolica e, soprattutto, per rendicontare come vengono spese le risorse che sono state assegnate. La trasparenza non è mai troppa, soprattutto quando si tratta di soldi pubblici. Ecco perché da alcuni anni pubblichiamo come vengono impiegate le risorse erogate alla diocesi di Fossano (il dettaglio dei fondi assegnati per il 2016 lo trovate nell’articolo a fianco), una cifra che ammonta a 1 milione e 400 mila euro – dato definitivo del 2015. 

Anche la Conferenza episcopale italiana ogni anno informa pubblicamente del modo in cui ha ripartito e gestito l’8xmille. Ciò per favorire la trasparenza e per far crescere la coscienza di partecipazione dei fedeli e di tutti i cittadini alla missione spirituale e caritativa della Chiesa. Spiega Matteo Calabresi, direttore del Sovvenire (Servizio per la promozione del sostegno economico alla Chiesa Cattolica) della Cei: “La Chiesa è impegnata da anni in uno sforzo di trasparenza sempre più capillare e preciso: oltre al rendiconto annuale, anche nelle diocesi, sul sito www.8xmille.it è pubblicata una mappa interattiva in continuo aggiornamento, nella quale sono localizzati e descritti gli oltre 11.400 interventi di sostegno in ogni settore e ambiente relativi agli ultimi 4-5 anni, che ovviamente non sono la totalità di quelli attivati”. 

Alla Chiesa italiana assegnato 1 miliardo

Nel 2016, in base ai dati ufficiali comunicati dal ministero dell’Economia e Finanze, sono stati assegnati alla Chiesa cattolica in Italia 1 miliardo e 19 milioni di euro, con un aumento di circa 23 milioni di euro rispetto all’anno precedente. L’assegnazione viene valutata sulla base delle scelte relative a 3 anni prima, quindi i fondi del 2016 sono relativi alle dichiarazioni dell’anno 2013 (sui redditi 2012).

La cifra è stata così ripartita: 399 milioni (39,15%) per esigenze di culto e pastorale della popolazione italiana, 350 milioni (34,35%) per il sostentamento dei sacerdoti, 270 milioni (26,50%) per interventi caritativi in Italia e nei Paesi in via di sviluppo. Dal 1990 ad oggi sono stati realizzati 14.500 progetti grazie ai fondi  destinati a questi Paesi.

La Chiesa italiana riceve dunque, grazie alle firme dei contribuenti italiani, circa 1 miliardo di euro: “Secondo le stime contenute nel volume «L’impegno» - afferma ancora Calabresi -, l’impatto delle attività nel campo socio-assistenziale è di circa 11 miliardi di euro l’anno, cioè la Chiesa moltiplica il miliardo ricevuto per 11 volte. Ciò significa che la maggior parte delle risorse, a supporto dello Stato o meglio dei cittadini, è un reale e duraturo sostegno ai più deboli e a chi spende ogni giorno la sua vita al loro fianco”.

La “torta” dell’8xmille e il numero delle firme

La “torta” complessiva dell’8xmille viene suddivisa fra 13 soggetti, in base alle scelte dei contribuenti italiani che firmano: la percentuale di scelte a favore della Chiesa cattolica è stata pari all’80,91%, segue lo Stato con 6,73%, la Chiesa Valdese con 1,36%, e via via tutti gli altri soggetti  (comunità ebraiche, chiesa luterana, chiesa ortodossa…) con percentuali dello zero virgola. La percentuale 2017 delle scelte a favore della Chiesa cattolica, che è dell’81,23%, segnala un’ulteriore crescita. Per alcuni si tratta dell’ “effetto Francesco” (eletto Papa nel marzo 2013), che ha generato un incremento di fiducia verso la Chiesa anche nei cittadini italiani.

Resta aperto un problema, segnalato anche dalla Corte dei Conti, relativo al numero dei contribuenti che firmano esplicitamente: sono infatti circa 19 milioni gli italiani, il 46% degli aventi diritto, quelli che partecipano alla firma dell’8xmille. Troppo pochi per coloro che attaccano l’intero sistema e chiedono persino di abolirlo. Ricordiamo infatti che il contributo dell’8xmille viene ripartito in base alla libera scelta di chi firma. Se il contribuente non esprime alcuna preferenza, l’8xmille viene comunque attribuito, ma in maniera proporzionale alle scelte espresse da chi ha firmato. Un meccanismo analogo a quanto accade in politica, al momento delle elezioni: il numero dei seggi da assegnare non viene determinato in base al numero dei potenziali elettori, ma in base a coloro che si sono effettivamente recati alle urne e inevitabilmente coinvolge anche coloro che non esprimono alcuna scelta.

La Chiesa cattolica si sta dunque impegnando da anni attraverso varie iniziative per far crescere le firme complessive. “Sul fronte della partecipazione – sottolinea ancora Calabresi -, siamo arrivati al 46%. L’obiettivo psicologico è quello del 50%, anche per rispondere sempre meglio al dibattito sulle scelte non espresse, tuttavia ci troviamo di fronte ad uno scoglio tecnico non indifferente da rimuovere con il modello CU (ex Cud). Oggi infatti oltre 12 milioni di pensionati, pur avendo diritto a partecipare alla scelta 8xmille, non sono più obbligati a consegnarlo e così rinunciano a firmare”.

Lo ribadiamo. L’8xmille non costa nulla per il cittadino, non è una tassa da pagare eppure porta un vantaggio all’intera comunità: mense, strutture di accoglienza per chi non ha una casa o si trova nel bisogno, oratori, progetti di accoglienza dei profughi, sostegno ad associazioni e centri in difesa della vita; ma anche il sostentamento dei sacerdoti, l’evangelizzazione e la formazione dei catechisti, fino ai restauri dei beni artistici, che da secoli tramandano fede e cultura. Per riprendere, uno slogan: è una firma, ma anche molto di più.

Alla diocesi di Fossano nel 2016 sono stati erogati 1 milione e 400 mila euro: leggi come sono stati spesi su la Fedeltà del 31 maggio.