San Giovenale, appello all’unità

Rispettato il programma dei festeggiamenti per il santo patrono; una bella domenica di sole (nonostante le previsioni)

L’inatteso sole di domenica ha certamente contribuito a rendere popolare, nel senso più vero del termine, l’edizione 2018 di San Giovenale. Certo le previsioni metereologiche della vigilia non lasciavano presagire nulla di buono. Tanto che hanno sconsigliato sia di celebrare il concerto all’aperto nella serata di sabato, sia di “addobbare” la via maestra della città con i quadri dei benefattori nella giornata di domenica, una tradizione originale che un po’ ci è mancata in questa nostra festa patronale. Per il resto tutto si è svolto secondo copione, con una regia ormai ben oliata che vede la collaborazione di molti soggetti: il vescovo, i sacerdoti, i cerimonieri, il sindaco e l’amministrazione comunale, la corale, la banda cittadina, gli sbandieratori, le confraternite, monarchessa-monarca e abbà-abbadesse del palio dei borghi, i vigili urbani, i vigili del fuoco, gruppi e associazioni di volontariato (una vera ricchezza della città!) che si spendono a vari livelli, non ultimo quello di garantire la sicurezza, un requisito che pesa (in modo eccessivo?) su tutte le manifestazioni pubbliche (e di cui “La Fedeltà” si è fatta portavoce sul numero scorso).

La festa religiosa del santo patrono ha preso il via nella tarda serata di sabato con la processione che ha portato la teca con le reliquie del vescovo di Narni dalla Cattedrale ai Battuti Rossi. Qui sono stati celebrati i vespri solenni e la messa prefestiva; incastonati tra i due, si è svolto il rito dell’elezione del Rettore della Compagnia di San Giovenale, scelta che quest’anno è caduta su Marcella Massimino. Poi la domenica la processione stazionale verso la Cattedrale, con l’accensione della lampada all’altare del santo da parte del Sindaco. A seguire il solenne pontificale e la processione lungo l’asse via Roma, bastione, passeggiata delle mura, viale Sacerdote, piazza Castello, via Cavour, con benedizione finale sul sagrato della chiesa madre. E poi i vespri della domenica e le messe del lunedì, l’ultima delle quali viene celebrata nel tardo pomeriggio in memoria degli amministratori comunali e dei volontari deceduti nel corso dell’ultimo anno, con la partecipazione unitaria dell’amministrazione attuale della città e dei rappresentanti delle tante associazioni che animano la vita cittadina, a più livelli.

Unità è stata certamente la cifra distintiva di questa festa. Subito richiamata dal vescovo all’inizio dell’omelia, nella messa solenne della domenica, quando ha ricordato che “San Giovenale, vescovo di Narni, è stato coraggioso annunciatore del vangelo e fautore di unità, in tempi non facili”. A partire dal suo esempio e dalle parole di Gesù (“Amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici”, vangelo di Giovanni 15,12-13), ognuno è chiamato a “spendere i propri talenti” a servizio dell’unità, “privilegiando i più deboli e i più poveri”. “Nella nostra città – ha aggiunto - ci sono risorse umane invidiabili, c’è bisogno di persone che si incontrino e si ascoltino, di persone capaci di vincere le tante paure che ci attanagliano, le chiusure che ci paralizzano...” e che spesso ci dividono. Concetti poi ripresi dal Sindaco Davide Sordella, quando, nel breve saluto a conclusione della processione, si è rivolto a tutti i cittadini, augurando che la ricorrenza del santo patrono avvenga nel segno della festa, dell’umiltà e dell’unità.