Separate dal mondo per affermare il primato di Dio

In provincia di Cuneo le Clarisse sono presenti a Bra, Mondovì e Boves. A colloquio con la Suor Anna Serena, Superiora delle Clarisse di Boves

Le Clarisse o “sorelle povere”, dedite alla vita contemplativa, secondo lo stile dettato da San Francesco e Santa Chiara d'Assisi, sono unite in Piemonte, Lombardia e Liguria, da una federazione di dodici monasteri, che ha un Consiglio eletto dalle comunità, una Madre presidente ed un Padre assistente (che è frate minore). In provincia di Cuneo le Clarisse sono presenti a Bra, Mondovì e Boves. In quest'ultimo monastero, ubicato nel centro del paese, sono rimaste in sette (dopo che tre di loro, anziane e ammalate, sono morte durante il corso dell'anno); e di queste la più anziana ha ora 97 anni! Suor Anna Serena, in monastero da 25 e superiora da otto, gioiosa come il nome che porta, ribadisce la “lietezza della vocazione ricevuta e di cui continuo a stupirmi”.

Una vocazione che è innanzitutto preghiera, ma anche ascolto e accoglienza del prossimo, fraternità quotidiana con le consorelle, scambi formativi con gli altri monasteri, rigore di vita e sequela gioiosa verso il Cristo, con uno stile di vita povero e semplice. Un messaggio che sembra fuori moda, tanto (fin troppo) semplice, quanto paradossale. Dove sta il segreto? Come vivere una vita del genere dopo così tanti anni? Su questi e altri aspetti è scaturita la seguente intervista.

Quali sono i fondamenti della spiritualità delle Clarisse?

Non si differenziano tantissimo da quelli della spiritualità francescana; Chiara è figlia spirituale di Francesco, anche se non si può considerarne la fotocopia. Perché ha una sua identità; per il fatto di essere donna del 1200, quindi di un particolare contesto di chiesa e di società, e poi perché vissuta in clausura. Certamente ha attinto da Francesco lo specifico della povertà e della fraternità. Per Chiara c'è poi questa preminenza della vita contemplativa. E, nonostante ora siamo nel terzo millennio, siamo ancora di clausura. Che per noi clarisse è anche un voto, oltre a quelli di povertà (di vivere senza nulla di proprio), di castità e obbedienza.

 

Intervista completa su La Fedeltà in edicola il 29 luglio