Anziani a Fossano: priorità e criticità nell’indagine dei pensionati Cgil

Gli esiti di un questionario sottoposto a 203 persone. La preoccupazione più grande è per le liste d’attesa in sanità

Spi Cgil - Questionario anziani
Carlo Rosso, Alfio Arcidiacono e Antonio De Angelis

Uno spaccato di quel che pensa la popolazione anziana di Fossano e delle sue priorità su temi sensibili come la casa, i servizi sanitari e sociali, la vivibilità urbana e l’ambiente, declinati in ambito locale, con l’accento sulle relative criticità. È quel che emerge dal questionario preparato dallo Spi-Cgil e sottoposto entro il mese di febbraio a 203 persone, iscritte o meno al sindacato pensionati, di cui 22 con meno di 65 anni, 112 tra i 65 e i 74, 24 over 75 e altri 45 che non hanno specificato la loro età.
“Non è un campione scientifico, ma offre ugualmente spunti di riflessione per chi vorrà tenerne conto, anche in vista della campagna elettorale” spiegano dallo Spi il segretario cittadino Carlo Rosso (56 anni di Cgil) e i suoi compagni Antonio De Angelis e Alfio Arcidiacono che ne hanno seguito l’elaborazione.
In tema di sanità, il problema più universalmente sentito (in 188 casi) è quello dei tempi di attesa per l’accesso ai servizi pubblici, che costringe a rivolgersi a quelli privati o, nella peggiore delle ipotesi, a rinunciare alle cure. Seguono le difficoltà nell’accesso al Pronto soccorso (94 segnalazioni), carenze di medici specialisti al Poliambulatorio di Fossano (78 risposte), carenze nell’assistenza da parte del medico di famiglia (46), difficoltà nel trasporto/accompagnamento verso i servizi sanitari (37), la scarsa disponibilità di servizi per le persone non autosufficienti (100 risposte).
Altro fronte caldo è quello dei servizi sociali, dove spicca (107 casi) la richiesta di disponibilità di residenze abitative autonome a basso costo munite di servizi per anziani, nonostante la maggioranza delle persone che hanno risposto al questionario (150) viva in un alloggio di proprietà. “Lo leggo come un bisogno preventivo, prima di finire in Casa di riposo - commenta Arcidiacono -. Sottoporrò il dato alla serata dello Svaf in cui si parla dell’esperienza di alloggi assistiti del centro Don Vecchi”. Significativa è anche la domanda di potenziare i servizi domiciliari (85 casi) e quelli di accompagnamento e aiuto per i piccoli bisogni quotidiani (72).

Articolo completo sulla "Fedeltà" di mercoledì 28 marzo