“Aiutare chiedendo in cambio l’impegno per la comunità”

La Fondazione NoiAltri, costituita a Fossano nell’ottobre del 2013, ha convocato lo scorso 15 aprile la seconda Assemblea dei fondatori. Con i rappresentanti della Diocesi e della Fondazione Crf, sono stati invitati esponenti dei 16 organismi fossanesi che operano nel sociale; l’obiettivo era fare il punto della situazione e  approvare il Bilancio di previsione per il 2014.

La Fondazione NoiAltri, costituita a Fossano nell’ottobre del 2013, ha convocato lo scorso 15 aprile la seconda Assemblea dei fondatori. Con i rappresentanti della Diocesi e della Fondazione Crf, sono stati invitati esponenti dei 16 organismi fossanesi che operano nel sociale; l’obiettivo era fare il punto della situazione e  approvare il Bilancio di previsione per il 2014.
“La Fedeltà” incontra il presidente di NoiAltri, Ivano Bresciano.
In questi primi sei mesi di attività, qual è stato il  lavoro del Consiglio di amministrazione?
Il Consiglio di amministrazione si è impegnato ad esaminare le condizioni che connotano il welfare fossanese e le ipotesi di lavoro che sono alla base della nascita della Fondazione. Ad una fase iniziale di conoscenza e confronto tra i nuovi amministratori, è seguita una serie di incontri con i fondatori per i vari settori di intervento,  dalle famiglie alla sanità, che ha permesso di sondare problematiche e aspettative di tutti gli interlocutori.  Lo scorso 12 dicembre è stato completato il Consiglio di amministrazione con la designazione dell’assessore Maurizio Bergia da parte del Comune di Fossano e l’ingresso della cooperativa edilizia “La Tenda”.
Come si presenta la situazione fossanese?
A Fossano, come in altre parti d’Italia, la crisi economica che si prolunga  dal 2008 ha messo in difficoltà il sistema sociale; è stata messa a dura prova la capacità di garantire servizi ed interventi in diversi settori, anche perché viene richiesto alla Pubblica amministrazione di limitare o azzerare i propri deficit di bilancio. I tagli e talora l’annullamento di alcune poste statali e regionali nei settori dell’assistenza si sono accompagnati a maggiori richieste di aiuto da parte di fasce della popolazione sempre più larghe.   
Gli enti pubblici territoriali e le comunità locali devono migliorare la loro capacità di programmazione, progettazione e gestione per individuare nuove risorse che Regione e Governo non sono più in grado di garantire loro. A questo processo di qualificazione della gestione degli interventi, deve accompagnarsi quello della responsabilizzazione e partecipazione dei cittadini per la costruzione di una sussidiarietà attiva e comunitaria.
Si sente spesso parlare di secondo welfare. Di che cosa si tratta?
Il tema del secondo welfare era stato all’origine degli incontri  che hanno caratterizzato, un anno fa, il lavoro di confronto e di elaborazione tra le organizzazioni sociali fossanesi, da cui è nata infine la nostra Fondazione. Parlare di secondo welfare significa parlare di lavoro e disoccupazione e inoccupazione giovanile, di inserimento sociale e lavorativo per soggetti che appartengono alle fasce deboli della popolazione, come disabili, detenuti o disoccupati di breve e medio tempo.
Come si contretizza questo secondo welfare?
È stato importante sostenere il progetto della Caritas diocesana fossanese, che prevede 24 tirocini di sei mesi in realtà sociali di cura e di assistenza; l’iniziativa parte nel mese di maggio.
Intanto, stiamo lavorando alla  prevenzione e all’igiene dentale per capire quale interesse potrebbe suscitare, soprattutto tra le giovani famiglie, questo servizio, che si colloca tra quelle prestazioni integrative che non sono garantite in modo così diffuso dal Servizio sanitario nazionale. Un’ipotesi prospettata da Enrico Rivarossa potrebbe essere estesa ai dentisti di Fossano, affinché si attui un’odontoiatria eticamente ed economicamente sostenibile.
Anche il tema della permanenza a casa di persone anziane in condizioni di fragilità sociale è stato valutato, con l’intento di capire se la disponibilità di un “animatore o referente sociale di quartiere” possa rappresentare un sostegno innovativo in questo ambito: l’interesse  della Società di mutuo soccorso  fossanese rappresenta una buona premessa per la fattibilità dell’ipotesi.
Quali novità si riscontrano fra gli interventi a favore dei più poveri?
Sta maturando la consapevolezza che gli interventi di sostegno alle persone in condizioni difficili devono essere riconsiderati alla luce di due elementi: l’opportunità di organizzare in modo più adeguato e centralizzato il sistema di distribuzione, come richiedono i volumi maggiori, e la considerazione che occorre dare dignità a quanti ricevono questi benefici chiedendo una restituzione, più o meno simbolica, in termini di disponibilità a fare qualcosa per la comunità che li aiuta o per altri che si trovano in analoghe difficoltà.
Quante risorse avete a disposizione?
Il Bilancio di previsione per il 2014, che abbiamo approvato e che pareggia sulla cifra di 15.600 euro, si basa sulle disponibilità, umane e materiali, che oggi possiamo registrare.
Il Consiglio di amministrazione opera con grande parsimonia. La gestione della “tesoreria” è stata affidata a Rossella Bersano, consigliere di Amministrazione, mentre la documentazione amministrativa è tenuta da Franco Ravera, volontario di segreteria che si occupa anche della gestione contabile, sotto la supervisione di  Federico Bessone, commercialista che si è dichiarato  disponibile a svolgere il compito di assistente alla contabilità gratuitamente.
C’è qualche iniziativa in vista?
Abbiamo concordato di ritrovarci venerdì 9 maggio per una mezza giornata di lavoro, dalle 15 alle 19. Valuteremo insieme come si possa procedere rispetto alle ipotesi maturate: si deve decidere su che cosa investire nei prossimi dodici mesi e a quale progetto dare più importanza.