OpeNight, le chiavi della città in mano ai giovani per una sera

Che cosa succede se si consegna una città in mano ai giovani? A Fossano, il risultato è l’OpeNight, un appuntamento che anche nell’edizione di quest’anno si è confermato un successo. Musica, arte, sport e tematiche sociali costituiscono l’offerta che gli organizzatori hanno proposto al loro pubblico nella serata tra sabato 10 e domenica 11 maggio.

Che cosa succede se si consegna una città in mano ai giovani? A Fossano, il risultato è l’OpeNight, un appuntamento che anche nell’edizione di quest’anno si è confermato un successo. Musica, arte, sport e tematiche sociali costituiscono l’offerta che gli organizzatori hanno proposto al loro pubblico nella serata tra sabato 10 e domenica 11 maggio.
Proprio l’età degli organizzatori è uno fra gli aspetti dell’OpeNight che emergono con maggiore evidenza. Prima di lanciare questo appuntamento, i fossanesi si interrogarono per rispondere all’accusa - rivolta alla loro città - di non offrire occasioni di divertimento per i giovani (“A Fossano non c’è mai niente”, recitava una sorta di adagio): attraverso una serie di dibattiti che coinvolsero autorità, studiosi, genitori e adolescenti, si è delineata una strategia il cui obiettivo è far sì che i giovani lascino il ruolo di “utenti” di eventuali iniziative organizzate da altri e diventino loro stessi organizzatori, con l’ovvio corollario che gli appuntamenti che lanciano possono piacere non solo ai coetanei, ma anche ai più vecchi - insomma al pubblico “tipico” che può seguire qualunque manifestazione fossanese. Proprio questa è l’essenza dell’OpeNight, che si è concretizzata grazie agli Educatori di strada “Streetlife” e l’associazione FossanOpen.
In un ideale percorso che si estendeva lungo via Roma, sono stati ricavati numerosi spazi affidati ai protagonisti della “notte aperta” fossanese. Alcune band si esibivano dal vivo, mentre per chi voleva ballare non mancavano le postazioni dei deejay. Molte le iniziative dedicate all’arte: al fianco di chi dipengeva (o insegnava a dipingere), c’erano i writer, che abitualmente sfruttavano l’occasione dell’OpeNight per dimostrare che i graffiti “veri” sono una forma di espressione e non un atto vandalico. Per quanti volevano osare qualche acrobazia c’erano i maestri di skate, mentre chi desiderava confrontarsi con il “diverso” trovava piccoli “salotti” - allestiti proprio nella via centrale del paese - dove si poteva dialogare su temi come integrazione e omosessualità.
L’appuntamento è per il prossimo anno. E, nell’attesa, è utile ricordare che la Fossano “giovane” esiste e ha più voglia di raccontarsi di quanto si creda.