La Chiesa fossanese ha un nuovo sacerdote

L’ordinazione di un nuovo sacerdote diocesano, a distanza di cinque anni dal precedente, è un evento che non passa inosservato; anzi, per il vescovo Giuseppe Cavallotto, “è un dono”, reso ancor più importante dal fatto che il neo sacerdote Davide Pastore “arriva da lontano”

L’ordinazione di un nuovo sacerdote diocesano, a distanza di cinque anni dal precedente, è un evento che non passa inosservato; anzi, per il vescovo Giuseppe Cavallotto, “è un dono”, reso ancor più importante dal fatto che il neo sacerdote di cui parliamo, Davide Pastore, “arriva da lontano”. Cioè ben al di là del nostro circondario fossanese. Vercellese di origine, ma vissuto in val di Susa, Davide è approdato, dopo un lungo iter di esperienze e formazione, nel clero diocesano che lo ha accolto, e con il quale ha già collaborato (in questo ultimo anno anche come diacono) presso le parrocchie di Sant’Antonio, San Bernardo, Santa Maria del Salice, in vari gruppi giovanili e nel carcere cittadino. Ha inoltre terminato i suoi studi teologici presso lo Sti. Nella celebrazione che si è tenuta sabato scorso, 17 maggio, in Cattedrale a Fossano, Davide è diventato sacerdote attraverso una serie di gesti liturgici che lo hanno consacrato al secondo grado del sacramento dell’ordine.

Una celebrazione ricca, composta, partecipata, che ha visto innanzitutto, come accade di prassi, la chiamata e la presentazione del candidato al vescovo (fatta da don Derio Olivero a nome del presbiterio diocesano), e quindi, dopo l’omelia di Giuseppe Cavallotto, i diversi riti che compongono il momento dell’ordinazione vera e propria. “Non sei prete per te stesso - gli ricorda il vescovo -, ma per Cristo e per la Chiesa. Quale servo del Signore, sei chiamato a prolungare la sua azione per salvare gli uomini. Abbi cura dei deboli, sii un buon pastore secondo il cuore di Dio per le persone che ti saranno affidate, avendo fiducia che il Signore sostiene quelli che vacillano e rialza chiunque è caduto”. La celebrazione prosegue ed entra nel suo vivo con l’assunzione, da parte di Davide, dei propri impegni davanti al presbiterio, la promessa di obbedienza al vescovo, l’invocazione dei santi con il canto delle litanie, mentre l’ordinando è steso a terra. Quindi segue l’imposizione delle mani da parte di mons. Cavallotto e del vescovo emerito Natalino Pescarolo, e via via di tutto il presbiterio, pregando lo Spirito Santo a suggello di tutto. Poi la vestizione dell’abito sacerdotale (stola e casula, segni che il suo agire non sarà più a titolo personale, ma a nome della Chiesa), l’unzione delle mani con il sacro crisma, la consegna del calice e della patena (con cui celebrerà l’eucarestia) e l’abbraccio di pace con tutti i confratelli sacerdoti. “Vorrei proporti una ricca impostazione della tua vita, per questa tua scelta di vita ecclesiale così importante” gli dice il vescovo Natalino Pescarolo nel salutarlo in conclusione; “prendi tempo per pregare (apre il cuore di Dio), per testimoniare il vangelo della carità, per prestare servizio ai poveri (che è un vivo desiderio di Gesù), per la lettura (che è base della saggezza), per sorridere (che fa bene all’anima)”.

Infine la parola va al “festeggiato”: “Se sono qui lo devo a tanti che mi hanno incoraggiato, ma sono troppi per elencarli tutti; un grazie però lo rivolgo ai miei genitori (presenti in prima fila), al mio parroco di Vercelli don Luigi, ora già in cielo, alla comunità di Bussoleno, a quella francescana, per quello che mi ha dato, portandomi fin qui a Fossano, a don Beppe e a don Roberto, e a tutte le parrocchie in cui sono stato. Grazie ai due vescovi e a tutti quelli che mi hanno voluto bene. Cercherò di ridonare tutto quello che mi avete dato”. E le occasioni per farlo non gli mancheranno di certo; l’ordinazione è solo l’inizio di un lungo cammino.