(dagli inviati Sir in Terra Santa) - In Giordania, prima tappa di questo intenso viaggio in Terra Santa, il primo pensiero di Papa Francesco si rivolge ai rifugiati di guerra e alla Siria. Subito dopo il suo arrivo all’aeroporto internazionale Queen Alia di Ammam il Papa si è recato in macchina al Palazzo reale Al-Husseini di Amman, scortato dalla sicurezza giordana, percorrendo strade semideserte. Qui, è stato accolto con tutti gli onori dal re Abdullah II di Giordania, dalla regina Rania e dai loro quattro figli. Una visita familiare e di cortesia con uno scambio finale di doni. Nel suo saluto alle autorità del Regno, il Papa ha detto: “Questo Paese presta generosa accoglienza a una grande quantità di rifugiati palestinesi, iracheni e provenienti da altre aree di crisi, in particolare dalla vicina Siria, sconvolta da un conflitto che dura da troppo tempo. Tale accoglienza merita la stima e il sostegno della comunità internazionale”. Ricordando quanto la Caritas Giordania e la Chiesa cattolica fanno per l’assistenza ai rifugiati, il Papa ha subito lanciato il suo primo appello alla pace: “Incoraggio a continuare a impegnarsi nella ricerca dell’auspicata durevole pace per tutta la Regione”. E volgendo lo sguardo verso la Siria, ha detto: “Si rende quanto mai necessaria e urgente - ha detto - una soluzione pacifica alla crisi siriana, nonché una giusta soluzione al conflitto israeliano-palestinese”.
Rispetto della libertà religiosa
Poi Papa Francesco ha chiesto Rispetto della libertà religiosa per i cristiani che vivono in ogni parte del Medio Oriente e del mondo intero. Nel rivolgere “un saluto carico di affetto alle comunità cristiane”, il Papa ha detto: “Presenti nel Paese fin dall’età apostolica”, i cristiani “offrono il loro contributo per il bene comune della società nella quale sono pienamente inserite. Pur essendo oggi numericamente minoritarie, esse hanno modo di svolgere una qualificata e apprezzata azione in campo educativo e sanitario, mediante scuole ed ospedali, e possono professare con tranquillità la loro fede, nel rispetto della libertà religiosa, che è un fondamentale diritto umano e che auspico vivamente venga tenuto in grande considerazione in ogni parte del Medio Oriente e del mondo intero”. “I cristiani - ha incalzato Papa Francesco - si sentono e sono cittadini a pieno titolo e intendono contribuire alla costruzione della società insieme ai loro concittadini musulmani, offrendo il proprio specifico apporto”.