(dagli inviati Sir in Terra Santa) - “Quanto bisogno ha il mondo di persone che siano testimoni di pace. È una necessità che anche il nostro mondo ci chiede: portare la pace, testimoniare la pace”. È un’omelia centrata sul tema della pace quella pronunciata da Papa Francesco nella Messa che sta celebrando ad Amman in uno stadio che può contenere 30mila persone. La Messa - durante la quale 1.400 bambini riceveranno la Prima Comunione - si sta svolgendo non lontano dal luogo in cui lo Spirito Santo discese su Gesù di Nazareth, dopo che Giovanni lo ebbe battezzato nel fiume Giordano. Tra le azioni dello Spirito Santo - ha ricordato il Papa - c’è quella di “generare armonia” e di “operare la pace nei differenti contesti e tra soggetti diversi”. È a questo punto che Papa Francesco ha lanciato un messaggio ai fedeli cristiani presenti nello stadio: “La diversità di persone e di pensiero non deve provocare rifiuto e ostacoli, perché la varietà è sempre arricchimento. Pertanto, oggi, invochiamo con cuore ardente lo Spirito Santo, chiedendogli di preparare la strada della pace e dell’unità”. Il Papa ha chiesto di “porre gesti di umiltà, di fratellanza, di perdono, di riconciliazione. Questi gesti sono premessa e condizione per una pace vera, solida e duratura”.
“La pace - ha aggiunto - non si può comperare: essa è un dono da ricercare pazientemente e costruire ‘artigianalmente’ mediante piccoli e grandi gesti che coinvolgono la nostra vita quotidiana”. “Il cammino della pace - ha quindi proseguito Francesco - si consolida se riconosciamo che tutti abbiamo lo stesso sangue e facciamo parte del genere umano; se non dimentichiamo di avere un unico Padre celeste e di essere tutti suoi figli, fatti a sua immagine e somiglianza”. Il Papa ha concluso salutando tutti i presenti e in modo particolare i rifugiati cristiani provenienti dai Paesi in guerra. “Abbraccio tutti voi: il Patriarca, i fratelli vescovi, i sacerdoti, le persone consacrate, i fedeli laici, i tanti bambini che oggi ricevono la Prima Comunione e i loro familiari. Il mio cuore si rivolge anche ai numerosi rifugiati cristiani provenienti dalla Palestina, dalla Siria e dall’Iraq: portate alle vostre famiglie e comunità il mio saluto e la mia vicinanza”