Balocco nella Giunta Chiamparino?

Primo eletto nel Pd cuneese, l'ex Sindaco di Fossano si giocherà un posto con i colleghi Valmaggia e Soave  

È un borsino che cambia ogni giorno quello della futura Giunta Chiamparino. Tra i papabili per un incarico da assessore c’è anche Francesco Balocco, il cui nome è tuttora in corsa, come afferma “La Repubblica” di lunedì 2 giugno secondo la quale “sarebbe in pole position per entrare nel nuovo governo del Piemonte”. A favore della sua candidatura giocano almeno due fattori. Il primo è quello della rappresentanza territoriale, in base alla quale la provincia di Cuneo dovrebbe esprimere da uno (il minimo sindacale) a due componenti della prossima Giunta. Il secondo è il grande successo ottenuto dal Pd anche nella provincia Granda, del quale il sindaco uscente di Fossano è risultato il primo eletto per numero di preferenze. Se il Partito Democratico cuneese - come rivendica il segretario regionale Davide Gariglio - dovesse esprimere un assessore, il candidato naturale sarebbe Balocco. A sfavore dell’ex sindaco di Fossano gioca, invece, la presenza di due concorrenti forti all’interno dello stesso bacino provinciale, come l’ex sindaco di Cuneo Alberto Valmaggia (re delle preferenze della Granda con oltre 7 mila voti) e il sindaco uscente di Savigliano Sergio Soave (rimasto fuori dal Consiglio regionale e in qualche modo in credito con Chiamparino). Tutti e due, però, hanno corso nella lista “Monviso” e non vengono considerati organici al Pd. La pista Soave, inoltre, si è raffreddata negli ultimi giorni, così come quella dell’altra cuneese Carla Chiapello, inserita nel listino dei Moderati. Quanto alle deleghe, tutto per ora è in alto mare. La sola certezza è che l’Agricoltura, per una volta, non dovrebbe toccare a un cuneese (dopo i mandati Taricco con Bresso e Sacchetto con Cota), essendo già stata assegnata da tempo all’astigiano Giorgio Ferrero, che non a caso Chiamparino ha voluto con sé nel listino. In ballo, tuttavia, ci potrebbero essere assessorati altrettanto “pesanti”, come i Trasporti e la Sanità, che il neo presidente della Regione potrebbe assegnare a una figura della “periferia” dando seguito alla dichiarata volontà di uscire dalla sindrome torinocentrica che da sempre caratterizza l’Amministrazione regionale.