Comincia la dieta dopo rimborsopoli

L’Ufficio di presidenza del Consiglio regionale ha definito le nuove modalità di assegnazione delle risorse ai gruppi consiliari

Giro di vite del nuovo Ufficio di presidenza del Consiglio regionale sull’assegnazione delle risorse ai gruppi consiliari, le cui precedenti modalità di erogazione avevano dato vita allo scandalo di “rimborsopoli”.

La delibera non prosciuga le risorse per l’acquisto di beni strumentali, ma chiude ad ogni forma di erogazione in denaro, come previsto dalla legge regionale approvata al termine del mandato Cota. In particolare, definisce le dotazioni che verranno direttamente fornite dall’Ente (dalle sedi agli arredi, dalle postazioni informatiche agli impianti tecnologici di base) e stabilisce quali sono invece le dotazioni che i gruppi consiliari potranno richiedere al Consiglio, con apposita domanda del presidente di ogni gruppo. Si tratta di materiale di cancelleria, spese postali e telefoniche, dotazioni informatiche accessorie, acquisto di giornali e riviste.

Per questi beni e servizi si stabilisce che la spesa non possa superare i 7.500 euro annui a consigliere, un tetto inferiore di circa il 13% rispetto a quanto previsto dai parametri di spending review indicati dalla Conferenza Stato-Regioni.

“Con questa delibera - spiega il presidente del Consiglio regionale Mauro Laus - l’Ufficio di presidenza ha cercato di coniugare due esigenze di pari dignità: il rispetto dei princìpi ispiratori della legge che ha soppresso i contributi ai gruppi consiliari e il rispetto dei gruppi stessi, che devono comunque essere messi nelle condizioni di lavorare agevolmente, in piena autonomia e secondo la dignità dovuta al loro ruolo e al loro compito”.

Non potranno invece essere ammesse a bilancio del Consiglio regionale le spese di rappresentanza dei gruppi, le spese per consulenze, studi e incarichi e qualsiasi altra spesa riconducibile all’attività di partiti e movimenti politici: secondo la nuova delibera, saranno comunque i presidenti dei gruppi a dover vigilare e garantire che tutte le dotazioni e i servizi siano utilizzati unicamente a scopi istituzionali.