Diocesi pellegrine a Sant’Anna di Vinadio

Sabato 19 luglio, un piccolo gregge di pellegrini proveniente dalle diocesi di Cuneo e Fossano ha celebrato la conclusione dell’anno della fede a Sant’Anna di Vinadio. Nel santuario più alto d’Europa SABATO 26 LUGLIO l'annuale FESTA (informazioni sul sito web www.santuariosantanna.eu)

Qualcuno è partito di buon mattino da Pratolungo, altri si sono uniti lungo il sentiero, altri ancora hanno percorso a piedi solo gli ultimi 200 metri… Così sabato scorso, un piccolo gregge di pellegrini proveniente dalle due diocesi (pochi però i fossanesi) ha celebrato la conclusione dell’anno della fede a Sant’Anna di Vinadio che, con i suoi 2035 metri di altitudine, ha il primato di essere il santuario più alto d’Europa. Ad accoglierli nei pressi del santuario il rettore don Beppe Panero che li ha condotti pregando e cantando fin dentro la chiesa, le cui pareti sono quasi interamente rivestite di ex voto e ringraziamenti per grazia ricevuta, per rendere onore a Sant’Anna (di cui sabato 26 luglio si celebra la festa – Informazioni sul sito web www.santuariosantanna.eu).

A guidarli il vescovo Giuseppe Cavallotto che ha poi presieduto la celebrazione nel “chiostro” all’aperto accanto alla chiesa, con i due vicari di Cuneo e Fossano e una ventina di altri preti, di fronte ad una assemblea che nel frattempo si è infoltita, anche grazie a un gruppo di giovani proveniente dalla vicinissima Francia, ed ha partecipato con gioia. D’attorno la bella cornice di montagne in questo angolo dell’alta valle Stura e una giornata con sole e nuvole (comunque un bel regalo in questa estate incerta e balorda, non solo dal punto di vista atmosferico…). “Siamo qui a Sant’Anna – ha detto il vescovo nell’omelia – per dire grazie della fede che abbiamo succhiato fin da piccoli nelle nostre famiglie e per continuare il nostro cammino, una volta tornati a fondo valle”. Poi ha rivolto due inviti: “Siamo tutti un po’ malati, tutti con le nostre ferite, perciò avviciniamoci al Signore e invochiamo che ci guarisca e cambi il nostro cuore”. E ancora: “Non si può gridare ‘Signore, Signore’ e poi non prendere le distanze da ogni forma di ingiustizia e di sfruttamento!”.

Alcuni segni hanno fatto da contrappunto alle parole durante la celebrazione: la “redditio fidei” (cioè la “riconsegna” al Vescovo della fede ricevuta, dopo averla appresa e aver iniziato a viverla nella Chiesa), il dono del vangelo, l’offerta dei fiori da parte dei bambini, l’affidamento delle famiglie ai santi Giochino e Anna (genitori di Maria e nonni di Gesù). Un segno, quest’ultimo, che ha introdotto il tema del prossimo anno pastorale dedicato proprio alla famiglia.

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