Caprioglio, “Il mio bis a Bene con Aristofane”

L'attrice si è esibita fra le "dee" del festival classico "Ferie di Augusto": "Ho un mestiere normale"

Ha recitato nell’horror, si è fatta conoscere dal grande pubblico con le pellicole erotiche di Tinto Brass e oggi è consacrata al teatro. È un’attrice versatile Debora Caprioglio, che il 19 luglio scorso si è esibita a Bene Vagienna recitando al teatro romano di frazione Roncaglia in “Cercasi dea disperatamente”, spettacolo del festival classico “Ferie di Augusto” tratto da una commedia di Aristofane.

Seconda volta a Bene Vagienna.
Sì. E di nuovo con una commedia di Aristofane. La prima volta fu nel 2010, con “Il sogno di Lisistrata”.

In entrambe le commedie, Aristofane affronta tematiche che riguardano la condizione femminile. Sono ancora utili i classici per un dibattito su un argomento così attuale?
I classici sono molto più attuali di quanto si possa pensare. Gli argomenti che affrontano sono rimasti tali e quali nei secoli. Nelle loro opere si parla di guerra, avidità, denaro e sesso: sono temi che ricorrono per gli esseri umani. In un monologo che ho recitato nello spettacolo di sabato, ho parlato di corruzione e denaro pubblico usato per interessi privati: sarebbe difficile pensare a qualcosa di più attuale.In “Cercasi dea disperatamente” le divinità usano un linguaggio moderno: abbiamo fatto questa scelta proprio per mostrare che non c’è troppa differenza tra quanto accadeva ieri e quanto accade oggi.

In “Cercasi dea disperatamente” tre divinità valutano la possibilità di assegnare poteri divini ad un’“umana”, che sarebbe così candidata a diventare simile alle creature dell’Olimpo. Lei ha vissuto qualcosa di simile nella vita reale, diventando una “diva”, una celebrità.
A dire il vero, nello spettacolo sono piuttosto le dee che vorrebbero avere una vita normale. E io, a mia volta, penso di fare un mestiere normale: la mia fortuna è stata quella di fare, come lavoro, ciò che mi piace, cioè recitare. Il pubblico pensa al mondo dello spettacolo come a qualcosa di diverso. In realtà quello dell’attore è un mestiere più “normale” di quanto si immagini, con dinamiche simili ad altri lavori. Sono richiesti disciplina, impegno e sacrificio - aspetti che, però, non emergono a livello “pubblico”, mediatico.

Perché, ad un certo punto della sua carriera, ha scelto il teatro?
Sono partita dal cinema, poi ho alternato esperienze diverse; mi piace variare. Il teatro mi diverte, e il contatto con il pubblico è una sensazione impagabile. Nel teatro si costruisce una scena come una “consecutio”, secondo un ordine; non avviene così in un film o in una fiction, dove ad esempio si può iniziare girando l’ultima scena. Mi piace, inoltre, la vita da zingara della tournée.

Quello di Bene Vagienna, dicono in molti, è un teatro eccezionale.
Sono tornata volentieri. È un posto molto bello, la cornice ideale per un festival come le “Ferie di Augusto”.