Il figlio è in coma a Fossano; il papà muore sul lavoro

È successo venerdì 1° agosto alle 11,30, ad Acceglio; Cesare Lerda, fabbro di Bernezzo, stava lavorando in un cantiere; Michele, 18 anni compiuti il giorno prima, è ricoverato al Santissima Trinità 

Il figlio Michele è in coma da oltre due mesi al Centro di Riabilitazione di Fossano; il padre è morto stamattina in un incidente sul lavoro ad
Acceglio. È successo venerdì 1° agosto intorno alle 11,30. Cesare Lerda, 54 anni, è caduto mentre stava installando le ringhiere in un rustico in frazione Villaro. Sono intervenuti l’elisoccorso del 118, i carabinieri e i tecnici dello Spresal.

Lerda gestiva, insieme a un socio, Danilo Lerda, una carpenteria metallica a Bernezzo. Stamattina, venerdì 1° agosto, stava lavorando alla ristrutturazione di un rustico. È caduto scendendo da una scala di cantiere dal primo piano a piano terra. Le cause dell'incidente non sono chiare: l'artigiano potrebbe essere scivolato in seguito a un malore.

Ieri, giovedì 31 luglio, il figlio Michele, da circa un mese ricoverato al Centro Riabilitazione - Stati vegetativi - del Santissima Trinità, ha compiuto diciott'anni. La mamma Maria Teresa, che avevamo incontrato proprio giovedì, nel giorno del compleanno del figlio, ci aveva raccontato che, entrando come ogni mattina nella camera al 2° piano del Centro di riabilitazione, l'aveva abbracciato forte e gli aveva sussurato: “Tanti auguri, da oggi sei maggiorenne”. Lui le ha stretto forte la mano. “Non è la prima volta – ci ha detto la mamma - che sento questa stretta. I medici ci dicono che non possiamo interpretare questi movimenti come segnali certi di coscienza, perché potrebbe trattarsi di un riflesso, però io ho davvero percepito una sua partecipazione in quel momento; ho sentito che era commosso”.

Michele ha un bel viso e grandi occhi scuri che sono rimasti aperti per quasi tutto il tempo della nostra permanenza nella sua camera. L’impressione è che segua i discorsi e probabilmente qualcosa coglie di quel che si fa e si dice attorno al suo letto.

La mamma gli accarezza continuamente la mano, mentre ci racconta di quella domenica, 25 maggio quando, finita la costinata con amici e parenti, a metà pomeriggio, Michele era partito con un amico in moto e, giunto in centro paese, era caduto picchiando con violenza il capo.

Dopo 43 giorni di ricovero in rianimazione al Santa Croce e al Carle, era stato trasferito a Fossano, nel reparto del prof. Gianfranco Lamberti dove vengono ricoverate le persone in stato vegetativo.

Michele è seguito costantemente da una fisioterapista; viene monitorato ogni piccolo movimento che possa far percepire un progresso della sua vigilanza.

I medici e gli operatori sono attenti soprattutto alle reazioni collegate a particolari emozioni: si sono notate reazioni, per esempio, alla vista di foto personali. Si cerca anche il contatto oculare, per verificare se gli occhi seguono il movimento delle persone presenti. Si procurano degli stimoli, senza esagerare per non affaticarlo.

Fino a giovedì la mamma era costantemente in camera con Michele; dal 25 maggio ha chiesto l’aspettativa dalla “Euroveder”, dove lavora come operaia, per poterlo seguire. Arrivava al mattino da Bernezzo e tornava a casa la sera. Il papà, che lavorava tutto il giorno in cantiere, veniva da Michele qualche volta la sera e gli stava vicino tutta la domenica, ma il suo pensiero era sempre a questo figlio, ai suoi piccoli, quasi impercettibili progressi. La presenza dei famigliari fa parte del programma terapeutico e può essere molto efficace.

“Ora cercheremo, se possibile, di moltiplicare i nostri sforzi per sostenere Michele nel suo percorso e per essere di supporto alla mamma – dice il direttore del Centro di riabilitazione neurologica Gianfranco Lamberti – perché dovremo essere ancora più vicini a questa famiglia così provata. Siamo tutti molto colpiti e scossi da questa tragedia. In questi giorni nel nostro reparto un giovane, uscito dal coma, ha ricominciato gradualmente a parlare e ora sta reimparando a stare in piedi. Spero che la mamma di Michele possa trovare in questa ed altre situazioni la forza per andare avanti e credere che suo figlio ce la farà".

Maria Teresa Lerda giovedì ci aveva detto proprio questo: “Non sappiamo quando Michele riprenderà coscienza. Ma vedere che altri giovani, come Samuele, ce la stanno facendo, ci dà molta speranza. Abbiamo anche seguito il caso della giovane musicista che ora ha ripreso a suonare. Queste notizie ci aprono il cuore dopo tanta sofferenza”.

La tragedia della morte del marito è una nuova grande sofferenza. Auguriamo a questa mamma di saper trovare in se stessa quella forza in più, che in questi casi le mamme sanno trovare, per superare questo dolore e guardare avanti, tenendo stretta la mano di Michele.

Nella foto in alto: il direttore del Centro di Riabilitazione Gianfranco Lamberti con alcuni medici e operatori del reparto; nella foto al centro il prof. Lamberti con Elisa Ferrara, che lo scorso anno ha tenuto un concerto di ringraziamento in ospedale dopo essere uscita dal coma; sopra il papà di Michele, Cesare Lerda.