Come può il turismo favorire lo sviluppo?

Messaggio del Pontificio Consiglio della pastorale dei migranti e degli itineranti, in occasione della Giornata mondiale del turismo 2014

Come può il turismo contribuire allo sviluppo? “Per rispondere a questa domanda, lo sviluppo umano integrale e, di conseguenza, lo sviluppo comunitario nel campo del turismo devono essere diretti al conseguimento di un progresso equilibrato che sia sostenibile e rispettoso di tre ambiti: economico, sociale e ambientale, intendendo con ciò tanto la sfera ecologica quanto il contesto culturale”. Lo si legge nel Messaggio del Pontificio Consiglio della pastorale dei migranti e degli itineranti, in occasione della Giornata mondiale del turismo 2014, sul tema “Turismo e sviluppo comunitario”, che si celebra il 27 settembre. Il turismo è “un motore fondamentale di sviluppo economico”: infatti, oggi “ogni luogo del pianeta diventa una meta potenziale”. Per questo, “il settore turistico si evidenzia come una delle opzioni più attuabili e sostenibili per ridurre il livello di povertà delle aree più arretrate”. Non solo: “Il turismo appare come uno dei settori con più capacità di generare un tipo di impiego ‘creativo’ e diversificato, del quale con maggiore facilità possono beneficiare i gruppi più svantaggiati, di cui fanno parte donne, giovani e alcune minoranze etniche. È essenziale che i benefici economici del turismo raggiungano tutti i settori della società locale e abbiano un impatto diretto sulle famiglie”.

È fondamentale che “per ottenere questi benefici si seguano criteri etici, che siano rispettosi, anzitutto, delle persone, tanto a livello comunitario quanto di ogni singolo individuo”. I benefici di un turismo a favore dello “sviluppo comunitario” non possono essere ridotti “esclusivamente all’aspetto economico, ma vi sono altre dimensioni di uguale o maggiore importanza”. Tra queste compaiono “l’arricchimento culturale, l’opportunità di incontro umano, la costruzione di ‘beni relazionali’, la promozione del rispetto reciproco e della tolleranza, la collaborazione tra enti pubblici e privati, il potenziamento del tessuto sociale e associativo, il miglioramento delle condizioni sociali della comunità, lo stimolo ad uno sviluppo economico e sociale sostenibile e la promozione della formazione lavorativa dei giovani”. “Lo sviluppo turistico - continua il Messaggio - esige che protagonista principale sia la comunità locale”. Inoltre, “una destinazione turistica non è soltanto un bel paesaggio o una confortevole infrastruttura, ma è, anzitutto, una comunità locale, con il suo contesto fisico e la sua cultura”. Anche “i cristiani del luogo devono essere capaci di mostrare la loro arte, le tradizioni, la storia, i valori morali e spirituali, ma soprattutto la fede che è all’origine di tutto questo e gli dà senso”.

“Sempre più numerose sono le associazioni cristiane che organizzano viaggi di turismo responsabile in zone in sviluppo”, come pure quelle che promuovono il “turismo solidale o di volontariato”. Degni di nota sono, poi, “quei programmi di turismo sostenibile e solidale, promossi da Conferenze episcopali, diocesi o congregazioni religiose in zone svantaggiate, che accompagnano le comunità locali aiutandole a creare spazi di riflessione, promuovendo la formazione e l’autodeterminazione, consigliando e collaborando alla redazione di progetti e favorendo il dialogo con le autorità e altri gruppi”. Numerose, inoltre, “sono le parrocchie delle zone turistiche che accolgono il visitatore offrendo proposte liturgiche, formative e culturali”. “Queste proposte pastorali - si legge nel Messaggio - sono ogni giorno più significative, specialmente quando sta crescendo un tipo di ‘turista vivenziale’, che cerca di istaurare legami con la popolazione locale”. La sollecitudine ecclesiale nell’ambito del turismo si è concretizzata, pertanto, “in numerosi progetti, originati da una moltitudine di esperienze nate dallo sforzo, dall’entusiasmo e dalla creatività di tanti sacerdoti, religiosi e laici che desiderano collaborare, in questo modo, allo sviluppo socio-economico, culturale e spirituale della comunità locale, e aiutarla a guardare con speranza al futuro”.