Iraq: 100mila cristiani in fuga dai jihadisti. L’appello del Papa

I miliziani dell’Isis hanno costretto i cristiani a fuggire in fretta e furia dai villaggi della piana di Ninive. Papa Francesco e il patriarca caldeo Sako lanciano un appello perché la comunità internazionale si adoperi contro la violenza. Giornata di preghiera indetta dalla Cei il 15 agosto

"Nella notte fra il 6 e il 7 agosto i miliziani dell‘Isis hanno attaccato a colpi di mortaio la maggior parte dei villaggi della piana di Ninive, e ora hanno il controllo dell‘area. I cristiani, 100mila circa, in preda all‘orrore e al panico sono fuggiti dai loro villaggi e abbandonato le loro case, con niente altro se non i vestiti che avevano indosso. Un esodo, una vera via Crucis". E’ la denuncia del patriarca caldeo Mar Louis Raphael I Sako, che lancia un appello a tutti “gli uomini di buona volontà, alle nazioni Unite, e all’Unione europea, affinché si attivino subito per salvare persone innocenti dalla morte, sperando che non sia troppo tardi!”.

Rischio concreto di genocidio dei cistiani

Il patriarca parla di “cristiani in marcia a piedi, nella torrida estate irakena, diretti verso le città curde di Erbil, Duhok e Soulaymiya. Fra loro ci sono malati, anziani, bambini e donne incinte. Stanno affrontando una catastrofe umanitaria e vi è un rischio concreto di genocidio. Hanno bisogno di cibo, acqua e riparo...". Circa le chiese e le loro proprietà nei villaggi ora occupati dai miliziani dell’Isis, “abbiamo notizie - scrive Mar Sako - di distruzioni e profanazioni. Antichi manoscritti e documenti sono stati bruciati”. “Appare evidente a tutti - sottolinea nel suo appello il patriarca caldeo - che il Governo centrale è incapace di imporre la legge e l’ordine in questa parte della nazione. Ci sono anche dubbi - aggiunge - della capacità della regione del Kurdistan di difendere da sola la crudele avanzata dei jihadisti”. Per Sako è chiaro che vi sia “una mancanza di cooperazione tra il Governo centrale e quello autonomo regionale. Un vuoto sfruttato dall’Isis per imporre le sue regole e il terrore. C’è bisogno - conclude il patriarca - di aiuto internazionale e di un esercito professionale e ben equipaggiato. La situazione sta peggiorando”.

Papa Francesco: intervenga la comunità internazionale

“Viva preoccupazione” per le “drammatiche notizie che giungono dal nord dell’Iraq e che interessano popolazioni inermi, in particolar le comunità cristiane” è stata espressa oggi da Papa Francesco che rivolge un “pressante” appello alla Comunità internazionale, “affinché, attivandosi per porre fine al dramma umanitario in atto, ci si adoperi per proteggere quanti sono interessati o minacciati dalla violenza e per assicurare gli aiuti necessari, soprattutto quelli più urgenti, a così tanti sfollati, la cui sorte dipende dalla solidarietà altrui”. L’appello è stato letto giovedì mattina 7 agosto in Sala Stampa dal portavoce vaticano, padre Federico Lombardi.

“Alla luce degli angosciosi eventi - ha proseguito il Portavoce -, il Santo Padre rinnova la sua vicinanza spirituale a quanti stanno attraversando questa dolorosissima prova e si unisce agli appelli accorati dei Vescovi locali, chiedendo, insieme a loro e per le loro Comunità tribolate, che salga incessante da tutta la Chiesa una preghiera corale per invocare dallo Spirito Santo il dono della pace”.

L’appello è stato accolto tra gli altri dai vescovi italiani che per il 15 agosto hanno indetto una giornata di preghiera per i cristiani perseguitati. La Cei invita a pregare affinché gli oppressori desistano, ma anche perché i fratelli e lo sorelle che soffrono, a motivo della loro fedeltà a Cristo, siano sostenuti con la grazia di Cristo. E l'Europa non può continuare a essere ''cieca e muta''