L’embargo imposto dalla Russia costerà oltre 50 milioni di € ai nostri frutticoltori

Le ritorsioni decise da Putin contro le sanzioni dell’Occidente per la crisi ucraina sono una pesante mazzata per la nostra agricoltura; insufficienti i risarcimenti europei 

Pesche

Da alcune settimane la Russia respinge i prodotti agroalimentari italiani, per ritorsione contro le sanzioni decise dall’Unione europea (tra cui l’Italia) per la questione Ucraina. A inizio agosto sono stati respinti alla frontiera un centinaio di tir di pesche dalla Granda. Il fatto ha provocato grande rabbia tra tra i produttori, già provati dalla forte crisi che quest’anno ha segnato il settore, per il quale era stato sollecitato lo stato di crisi. Per la frutta piemontese si tratta di una forte mazzata; il 40% della frutta regionale viene esportata in Russia, uno dei pochi mercati in espansione. Ora che la raccolta delle pesche è agli sgoccioli, ci si sta preoccupando per le pere; le varietà più precoci sono in procinto di essere raccolte. E anche per questo frutto, se la questione non si risolve, si dovrà rinunciare a una buona parte dell’export.Le associazioni di categoria hanno immediatamente chiesto all’Unione europea di intervenire con un risarcimento ad hoc. Ma il provvedimento approvato non soddisfa.La Commissione europea  ha stanziato complessivamente 125 milioni  per tutta l’Unione Europea. Pesche e nettarine sono oggetto di un apposito provvedimento che nei prossimi giorni dovrebbe avere una diversa definizione.

“La cifra stanziata è assolutamente insufficiente - fa notare Antonio De Concilio, direttore di Coldiretti Piemonte -; basti pensare che  si stima che solo per l’Italia l’embargo riguardi spedizioni di prodotti agroalimentari per un totale di circa 200 milioni di euro all’anno. Nel 2013 il settore ortofrutticolo ha esportato in Russia prodotti per circa 72 milioni di euro, carni per 61 milioni di euro, latte, formaggi e derivati per 45 milioni di euro”. Per quanto riguarda il Piemonte, da una prima stima dei tecnici di Coldiretti Piemonte, il comparto frutticolo piemontese vede compromesso quest’anno un fatturato che varia tra i 55 e i 60 milioni di euro.