È nata una stella, si chiama Vocalmente

Quattro giorni di musica, festa, applausi per un festival che appena nato è già grande.

La musica non va soltanto ascoltata. Va vissuta, vista da vicino, sentita sulla pelle. Gustata con tutti i sensi.  E quando è buona musica, quando è vera arte, non bastano le parole per descriverla. È una specie di miracolo. Riesce ad attraversarti l’anima, entra dalle orecchie, arriva al cuore, ti fa provare un brivido sulla pelle. A volte esce dagli occhi sotto forma di lacrima. Chi si è lasciato travolgere dalla quattro giorni di Vocalmente, probabilmente lo ha sperimentato di persona. È difficile raccontare questo festival, che fin da questa prima edizione fa capire le sue grandi potenzialità che lo potrebbero far diventare (forse già lo è pur essendo appena nato) una delle punte di diamante della città di Fossano.
Una città che ha risposto bene, dove istituzioni, associazioni, ma anche tanti “semplici cittadini” si sono messi in gioco o, per dirla “vocalmente”, hanno cantato insieme. Il canto dà l’idea dell’unicità delle persone, ognuna diversa e insostituibile. Cantare insieme significa mettere insieme differenze, conoscersi, confrontarsi, far nascere armonie. In un mondo dove troppo spesso prevale l’urlo, quello che contrappone, che non dà spazio alla voce degli altri, Vocalmente è anche un appello a saper ascoltare.
Anche per questo sono stati quattro giorni indimenticabili. Grandi artisti, grandi ospiti, emozioni, in un clima di grande empatia, di scambio di esperienze. Tanti stranieri. La voglia di fermarsi dopo i concerti a parlare di musica e di emozioni, continuare fino a notte fonda con le jam sessions nella corte del castello. Artisti che sono arrivati per fermarsi un giorno soltanto - quello della loro esibizione - e poi hanno prolungato la loro permanenza per assistere agli altri concerti, mostrando una generosità che non sempre, anche nel mondo dello spettacolo, si riscontra.
Non bastano le colonne di questa pagina a raccontare quel che è successo a Fossano in questi giorni. Un’ultima suggestione: l’ultima sera, quella del concerto dei Vocal line al teatro I Portici. Ad un certo punto i coristi lasciano le loro postazioni e si posizionano in fila a bordo palco. Di fronte a loro il pubblico, in un silenzio d’attesa. Non ci sono barriere od ostacoli, neppure i microfoni e l’amplificazione delle casse. Iniziano a cantare Viva la vida. Solo voce, solo emozioni, solo sguardi pieni di luce in una intimità che è quasi disarmante. È l’arte, cibo per l’anima.