Nel suo itinerario di visita pastorale nelle parrocchie delle due diocesi, il cammino del vescovo Giuseppe Cavallotto fa tappa per alcune settimane nella zona Sud-Ovest della diocesi, chiudendo così l’incontro con le comunità fossanesi (un anno fa aveva visitato la città, mentre a febbraio-marzo la zona Nord-Est). Mons. Giuseppe Cavallotto ha aperto ufficialmente la sua visita sabato 4 ottobre con una solenne concelebrazione alle 18 nella chiesa parrocchiale di Centallo per tutte le sedici parrocchie interessate, cioè, oltre a Centallo, Roata Chiusani, San Biagio, Murazzo, San Sebastiano, Maddalene, Piovani, San Vittore, Gerbo, Mellea, Villafalletto, Vottignasco, Gerbola, Monsola, Termine e Tetti Roccia.
La visita si chiuderà poi domenica 23 novembre, alle 16, a Villafalletto sempre per tutte le parrocchie della zona. In mezzo ci sono numerosi appuntamenti, alcuni dei quali coinvolgono l’intera zona pastorale, altri invece toccano ognuna delle sedici parrocchie.
Il calendario per tutta la zona prevede sette incontri con alcune specifiche categorie di persone, tutti con orario alle 20,45: martedì 7 ottobre a Centallo (solo questo alle 18) con gli amministratori civili, giovedì 9 ottobre a Centallo con gli operatori della carità, giovedì 16 ottobre a Centallo con giovani e giovanissimi, giovedì 23 ottobre a Villafalletto con i gruppi familiari, martedì 28 ottobre a Centallo con gli operatori del volontariato, giovedì 6 novembre a Villafalletto per la pastorale pre e post battesimale, giovedì 20 novembre a Roata Chiusani con le catechiste. Durante la visita inoltre il vescovo si fermerà nelle singole comunità, per visitare gli ammalati, incontrare i ragazzi, ascoltare i Consigli pastorali e le assemblee parrocchiali, in particolare per pregare e celebrare insieme l’eucaristia.
“La visita è occasione propizia per incontrarci e conoscerci meglio - scrive il vescovo nella lettera che ha inviato a tutte le comunità della zona pastorale -, per rafforzare la nostra fede e per interrogarci sul cammino delle nostre comunità. Sarà un tempo di condivisione, di fraternità e di grazia. La vostra è stata una terra ricca di fede e benedetta dal Signore. La zona di Romanisio fu la prima culla della nostra diocesi ed ebbe il privilegio di accogliere le spoglie di San Giovenale. Centallo e dintorni, limitandoci agli ultimi tempi, hanno dato alla Chiesa uomini e donne di esemplare fedeltà al Vangelo: la vita dedicata agli ammalati di suor Maria Plautilla, dichiarata Venerabile; l’eroico sacrificio di Maria Isoardo, apprezzata insegnante e donna di grande fede; il servizio intelligente, coraggioso e generoso alla nostra Chiesa e a quella di Torino del cardinal Michele Pellegrino; lo zelo sacerdotale del Servo di Dio don Stefano Gerbaudo che, esemplare nella sua povertà e preghiera, è stato guida spirituale dei seminaristi e di tante ragazze. A queste persone possiamo aggiungere la valida intercessione della Serva di Dio Caterina Benso, laica e mistica di Roata Chiusani. Tutte le parrocchie, poi, hanno conosciuto una sorprendente fioritura di vocazioni: sacerdoti diocesani, religiosi, suore, numerosi missionari e missionarie, ma anche i primi diaconi permanenti.
Insieme vogliamo ringraziare il Signore di questa fecondità spirituale. Essa è il segno di una singolare vitalità delle nostre comunità che, come madri, hanno saputo accogliere, nutrire e formare generazioni di cristiani. Soprattutto essa è il frutto di famiglie profondamente religiose, abitualmente numerose, sovente povere, ma vere culle di fede e di vita cristiana: tirocinio di sacrificio e di laboriosità, esperienza di onestà e di generosità, scuola di preghiera e di carità.
I tempi sono mutati. Insieme ad un certo benessere economico sono cambiate abitudini, relazioni sociali, vita familiare, esperienza di fede. Noi siamo chiamati a vivere responsabilmente il nostro tempo. Con riconoscenza siamo invitati a guardare il passato per raccogliere l’eredità spirituale che ci è stata consegnata. Oggi tocca a noi fare la nostra parte: come cittadini è nostra responsabilità costruire una società più giusta e fraterna, come cristiani siamo impegnati ad essere lievito nelle nostre comunità, a testimoniare i valori evangelici, ad essere cristiani “in uscita” per incontrare le persone dove sono con i loro dubbi, difficoltà, solitudine, talvolta con la loro rabbia e disperazione. I ruderi di una chiesa paleo-cristiana del V-VI secolo nel territorio centallese confermano che la fede cristiana da 15 secoli ha trovato accoglienza nella vostra zona e progressivamente ha raggiunto le famiglie dando origine alle numerose comunità cristiane. A noi, ora, il compito di custodire e diffondere, attraverso una rinnovata evangelizzazione, la fede che abbiamo ricevuto”.