Terra madre, il giorno dopo

Dopo la chiusura di Terra Madre, testimonianze, commenti, aneddoti dal Fossanese, il territorio che ha ospitato il maggior numero di delegati nella Granda; successo della cena organizzata a Maddalene dalla condotta Slow foodfotogalleryhttp://www.lafedelta.it/Media2/Foto

Se ne sono andati. Il centinaio di delegati di Terra madre che per cinque  giorni hanno frequentato le nostre case e riempito i nostri cuori sono tornati alle loro case. E per due anni non si parlerà più di Terra Madre e di Salone del Gusto.

Chi ha vissuto questa meravigliosa esperienza ora ne è un po’ orfano. Perché è un’esperienza che fa davvero bene.  Carlin Petrini (ed i suoi collaboratori) hanno avuto davvero un’ottima idea.

Se per “far incontrare le comunità del cibo” Carlin avesse chiesto a qualche istituzione la disponibilità di un qualche locale per accogliere le migliaia di delegati giunti da tutto il mondo, magari l’avrebbe ottenuta: chi nega a Carlin qualcosa? Ormai Carlin ha ascolto anche presso Papa Francesco... Ma a Carlin interessava coinvolgere i piemontesi, far vivere alla gente del Piemonte, solitamente un po’ restia a mettersi in gioco, il clima di Terra Madre e con la “distribuzione” dei delegati nelle case della gente il gioco è pienamente riuscito. Perché ogni anno si aggiunge qualche nuova famiglia a questa “impresa” non certo facile ma affascinante. E chi ne viene coinvolto qualcosa comincia a capire di questo “strano” meccanismo di Terra Madre, di questi contadini, cacciatori, pescatori... ma anche cuochi, sindacalisti, organizzatori territoriali di Slow food, intellettuali, che si muovono da ogni parte del mondo per ritrovarsi a Torino a “ragionare” e sperimentare cose nuove sul cibo “pulito”,“giusto” e “buono”.

Ampio servizio su La Fedeltà di mercoledì 29 ottobre