“Xdi+”: chi riceve deve anche dare

Il progetto della Fondazione Noi altri prevede la “restituzione”; chi riceve alimenti di prima necessità è chiamato a svolgere dei pìccoli lavori; chi ritira dei mobili deve dare una manom nel laboratorio

Un “emporio sociale”, ovvero una bottega dove si distribuiscono i generi alimentari e i prodotti per la prima infanzia (in sostituzione dei tanti punti in cui oggi si distribuiscono le “borse Caritas”) e una Bottega del riuso, ovvero un luogo in cui si recuperano e si assegnano mobili usati, carrozzine, biciclette e altri oggetti di uso quotidiano.  Infine un negozio di abbigliamento che dovrebbe funzionare pressapoco come quello attualmente in attività in via Merlo.

Le tre botteghe ed il laboratorio di recupero saranno riunite in un unico luogo; gli stessi fruitori saranno chiamati a “restituire” con il loro lavoro nell’ambito delle stesse botteghe, il valore dei beni ricevuti. Il progetto “Xdi+”, elaborato dalla Fondazione di partecipazione Noi altri, è stato presentato nel corso della Giornata delle Fondazioni nel salone della Cassa di Risparmio.

Abbiamo chiesto a Ivano Bresciano, presidente di Noi altri, di illustrarci concretamente il progetto.

Come pensate di finanziare quest’iniziativa?

L’intero progetto, che si sviluppa su tre anni, richiede un investimento di 350.000 euro; abbiamo deciso di partecipare al bando della Cassa di risparmio Crc sul “nuovo modello di Welfare” (che è slittato di un anno); intanto, per iniziare, possiamo contare su un finanziamento della Fondazione Crf e della Caritas nazionale. Una parte delle risorse dovrebbero essere generate dallo stesso progetto che, dopo la fase di avvio, dovrebbe rendersi totalmente autonomo.

 

L'intervista su La Fedeltà di mercoledì 12 novembre