Come rilanciare l’economia locale: Cervere è un esempio da seguire

Al tavolo del convegno politici, imprenditori, accademici e dirigenti di banche della Provincia Granda

La Fiera del porro oltre agli appunamenti musicali, gastronomici, alle visite guidate e al mercato dei produttori, ogni anno dedica uno spazio a un convegno per affrontare temi ad ampio spettro. Domenica 9 novembre, in una sala consiliare del Municipio gremita di gente, si è discusso il tema: “Come rilanciare l’economia del nostro territorio” per riportare il ruolo della provincia centrale per eccellenza soprattutto nell’ambito agro-alimentare.

L’appuntamento voluto dall’Amministrazione comunale ha visto al tavolo dei relatori - moderati dal giornalista Beppe Ghisolfi, presidente Crf e vice nazionale Abi, e dal collega Alessandro Zorgniotti - i big della Granda istituzionale, accademica, imprenditoriale e, non ultimo, bancaria. Ospiti il parlamentare europeo Alberto Cirio (ormai ospite fisso alla Fiera del porro di Cervere), il vice capogruppo regionale di Forza Italia Franco Graglia, il coordinatore del Campus di Economia Giuseppe Tardivo, il consigliere della Crt Giandomenico Genta, il patron di Telecupole Piermaria Toselli, il presidente del Consorzio di produttori del Porro Giorgio Bergesio, il vertice di Confindustria Cuneo Franco Biraghi e il vice provinciale di Confapi ed ex commissario alla Provincia Giuseppe Rossetto.

L’incontro - ha esordito Marchisio - vuole essere anzitutto un confronto fra amici, perché in una fase tanto critica per le Amministrazioni locali la carta vincente viene dalle collaborazioni che si possono instaurare direttamente nei e fra i territori, come stiamo cercando di attuare in questa Fiera”.

Quaglia ha sottolineato che si sta vivendo un momento di profonda incertezza istituzionale che si riflette anche, e forse soprattutto, sulla vita amministrativa locale. Da ex presidente della Provincia denuncia che: “Lo smantellamento dell’istituzione provinciale fa venire meno un interlocutore che nel passato ha saputo garantire concertazione, coesione e capacità decisionale e di coordinamento intercomunale. Per converso, nel quadro generale manca una visione strategica, e al momento il solo decisionismo che si evidenzia a livello nazionale è quello degli annunci”.

Tardivo, nel richiamarsi alla crisi che ormai ha intaccato anche l’economia locale, guarda come ad un esempio virtuoso “quello proposto da una terra di piccoli produttori come Cervere, su strumenti in grado di rafforzare le competenze manageriali degli imprenditori e la loro capacità di diversificare i mercati, restando quello interno purtroppo in recessione. L’agricoltura può essere un volàno trasversale a export, industria, commercio, artigianato e turismo”. Per questo però servono risorse: “Quelle delle Fondazioni bancarie ce le sta scippando il Governo Renzi - ha detto Cirio - quindi dobbiamo prendere i fondi dove ci sono, ossia in Europa”. Concorde Graglia: “La Regione è decisa a sostenere l’azione degli Enti locali. Il debito regionale si accresce se si considerano i crediti vantati da Enti territoriali e imprese, quindi servono strumenti nuovi che reimmettano liquidità nel sistema, altrimenti senza crescita si avvita il sistema”. Rossetto ha esordito rifacendosi alla sua esperienza di Commissario alla Provincia a vice presidente Confapi, dove attualmente è interlocutore degli Enti locali che prima ha concorso ad amministrare: “Nella mia esperienza sono passato dal bilancio al rilancio - ha esordito Rossetto -. Bisogna trasformare questi eventi in fenomeni positivi capaci di mobilitare complessive filiere, e la lotta all’oppressione fiscale e burocratica non può che partire, nella nostra condizione, dal basso. Cervere è un modello virtuoso, capace di promuovere occasioni di sviluppo e di collaborazioni pubblico private per le piccole e medie imprese”. D’accordo Bergesio: “Il Consorzio del Porro ha fatto di Cervere la naturale piattaforma logistica che permette di smistare svariate decine di quintali di prodotto valorizzando in particolare i canali distributivi organizzati come la Dimar. Questo ha permesso la continuità di mestieri agricoli colturali dove a farla da padroni sono altrimenti i costi fissi. Ora la produzione e la commercializzazione del Porro Cervere assume una convenienza economica suscettibile di avvicinare tanti giovani”.