Mai iniziativa poteva essere più tempestiva. La campagna della Cgil contro la gestione illegale e mafiosa degli appalti (che a Cuneo è tata lanciata martedì scorso con una conferenza stampa) ha preceduto di pochi giorni l’ufficializzazione dell’inchiesta sul malaffare che regna sul Campidoglio, ennesima conferma di come gli appalti, in Italia più che negli altri Paesi, si prestino a una gestione assolutamente impropria delle risorse, che gonfia enormemente i costi della spesa pubblica.
Questo, tuttavia, è l’aspetto degli appalti che l’opinione pubblica percepisce con maggiore facilità. C’è invece un aspetto degli appalti che non sempre viene tenuto in considerazione ed è quello che grava sui lavoratori: le imprese, pur di accaparrarsi un appalto, sono disposte ad abbassare di molto l’offerta, arrivando spesso a prezzi fuori mercato. Chi paga queste “offerte d’oro” che gli enti pubblici e le ditte private riescono a spuntare (a cui si deve il più delle volte aggiungere anche qualcosa che non verrà mai ufficializzato)? Pagano i lavoratori, a cui vengono applicati contratti sempre più precari, paghe orarie irrisorie, tempi di lavoro arbitrari e tempi di pagamento fluttuanti...
Dove si firma
La legge di iniziativa popolare può essere sottoscritta in tutte le sedi della Cgil in provincia di Cuneo (a Fossano in via Garibaldi 4). “Per presentare la proposta di legge è necessario raggiungere la quota minima di 50.000 firme valide autenticate - dice Masera -. A livello nazionale ci siamo posti l’obiettivo di raccoglierne 300.000, nella nostra provincia puntiamo a raccoglierne 3.000. Dal mese di gennaio presenteremo la proposta di legge in tutte le principali città della provincia con iniziative e dibattiti”.
Su la Fedeltà di venerdì 12 dicembre l'articolo completo