Mezzo secolo dalla tragedia dei Cappuccini

Anche il villafallettese, padre Donato, era tra le vittime dell’incidente

Sono trascorsi già cinquant’anni da quel 19 gennaio del 1965, quando in un tragico incidente persero la vita sei frati al rientro da Bra, dove avevano partecipato a un convegno dei Cappuccini dedicato al tema delle vocazioni. Tra loro c’era anche il villafallettese, Bernardo Vaschetto di soli 30 anni, ribattezzato padre Donato, direttore del Prenoviziato dei fratelli laici di Torino. Con lui perirono, tra le acque di un torrente che corre tra la strada per Marene e la provinciale di Cavallermaggiore e Bra, padre Felicissimo al secolo Astore Brugnolaro, 35 anni di Torino, primo definitore e consigliere dell’ordine religioso, padre Antonio (Antonio Vassallo, 41 anni) nativo di Bussano Canavese, laureato in Teologia presso l’Università Gregoriana, ministro provinciale e parroco della casa madre alla Madonna di Campagna, padre Teodosio (Bartolomeo Galaverna, 34 anni) nato a Dronero, direttore del Liceo Cappuccino di Pinerolo, padre Ambrogio (Battista Cerutti, 34 anni) nato a Busca, insegnante di musica al seminario Serafico di Bra e padre Michele (Michele Comba, 39 anni) nativo di Busca, vice parroco della basilica di San Lorenzo al Verano di Roma.

La vettura sulla quale viaggiavano, una Fiat 600, si scontrò contro un camion bestiame. L’urto violentissimo fece sbalzare l’auto nella bealera che scorreva lungo la strada. Fu terrificante la scena che si presentò ai primi soccorritori.

I corpi dei sei frati estratti dal ruscello furono adagiati al margine di un campo e i visi coperti con i loro cappucci. In serata i corpi dei poveri frati, peraltro tutti giovani, furono trasportati nella cappella dell’ospedale di Cavallermaggiore, dove i confratelli li vegliarono per tutta la notte. Nel punto in cui perirono i Cappuccini fu eretta una lapide e quell’intersezione stradale divenne per tutti “l’incrocio dei frati”.