Le Fondazioni bancarie hanno perso la battaglia. La legge di Stabilità ha confermato, infatti, l’aumento della tassazione sui loro dividendi, ovvero sulle somme di denaro che - in gran parte - vengono destinate alle erogazioni in favore del territorio. L’incremento è dall’1,37 al 21,37%. Complessivamente, a livello nazionale, la partita vale 150 milioni di euro l’anno. Per la Fondazione Crf - azionista di maggioranza della Cassa di risparmio - si traduce in un salasso di poco meno di 500 mila euro l’anno. Per limitare - per quanto possibile - le conseguenze sui beneficiati, il Cda della Fondazione ha deciso di mettere in campo in campo alcune azioni. La prima è la decurtazione dei compensi agli amministratori, l’unica voce ancora comprimibile tra le spese gestionali, per il resto «ridotte all’osso». La seconda è un prelievo aggiuntivo dal fondo di riserva accantonato in tempi di “vacche grasse”, che passerebbe da 250 mila a 300 mila euro. Il resto del risparmio sarebbe legato alla riduzione - in proporzione con il calo dei dividendi - degli accantonamenti obbligatori previsti per legge. In questo modo, il taglio alle erogazioni si ridurrebbe a 278 mila euro: una somma da recuperare limitando gli stanziamenti su tutti i fronti di intervento (culturale, sportivo, ricreativo, ecc.) escluso quello sociale, che verrebbe mantenuto sui livelli dello scorso anno.
Articolo completo su "La Fedeltà" di mercoledì 28 gennaio