GIANFRANCO VISSANI

(Civitella del Lago, Terni, 1951)Due stelle Michelin

Figlio di un oste, lavora nel locale del padre nel borgo natio e lo trasforma dal 1974 in un ristorante da due stelle Michelin.
È stato uno dei primi cuochi a comprendere e sfruttare il mezzo televisivo, dove ha imperversato per lunghi anni e continuano tutt’ora le sue apparizioni sul piccolo schermo. Grande, grosso, gioviale, gigioneggia in televisione e in generale quando c’è un pubblico qualsiasi, anche con la signora che incontra per la strada.
Il Corriere della Sera lo definisce lo chef più mediatico d’Italia, e per molto tempo è stato il cuoco preferito da Massimo D’Alema grande amante di piatti a base di pesce e risotti, tanto da essere etichettato, per questa amicizia, come lo “chef della sinistra italiana”. Ma Vissani passerà alla storia per una colpa quasi imperdonabile, quella di essere stato un pessimo maestro di cucina per il politico in questione. Il quale ha spiegato ai cittadini del nostro Paese la sua ricetta del risotto con funghi: soffritto lento di cipolle lessate (perché così non fanno piangere ), un’innaffiata di vino rosso, molto prezzemolo. Secondo Vissani una mostruosità, che però ha dato all’Italia il primo presidente del Consiglio cuoco.
La sua cucina è un mix di tradizione, soprattutto del centro Italia, con spunti internazionali frutto delle sue esperienze nei ristoranti europei e americani.
“L’altro Vissani” sono ristoranti “easy chic” aperti a Capri, Cortina, Orvieto e l’ultimo inaugurato a Todi, che offrono specialità del territorio marinare o montane e anche pizze.
Per il suo carattere spavaldo e per l’innata passione di apparire in video, lo si può definire: il bullo della diretta.