Domenica torna la messa gospel in Duomo

Animata dal gruppo “Fuori dal coro”; un primo “bilancio” per comprendere meglio il senso della celebrazione

La cura della celebrazione, l’animazione vivace da parte della corale, la partecipazione attiva di tutta l’assemblea sono elementi che aiutano a pregare e ad entrare nel cuore dell’eucarestia. Lo si vede ogni domenica nelle nostre comunità parrocchiali, là dove questi “ingredienti” vengono accuratamente preparati ed amalgamati. Lo si è visto in questi mesi durante le “messe gospel” celebrate in Cattedrale nelle domeniche 22 febbraio, 22 marzo, 19 aprile e volute dal parroco don Piero Ricciardi come un’opportunità offerta a tutta la città e diocesi (al pari della messa di San Valentino o delle recenti celebrazioni legate alla festa di San Giovenale). Domenica 17 maggio ci sarà la quarta “messa gospel” celebrata, come le precedenti, dal vicario generale don Derio Olivero.

La formula di questa messa è semplice. Un canto gospel proposto dall’ensemble “Fuori dal coro” (domenica sarà “He never failed me yet”, “Lui non mi ha mai abbandonato”) viene eseguito più volte e diventa il fil rouge che accompagna e dà il tono a tutta la celebrazione eucaristica. Il sacerdote lo connette al periodo liturgico e lo attualizza nei diversi momenti della celebrazione. “La ripetizione del ritornello del canto e l’interiorizzazione proposta dal sacerdote aiutano a far risuonare il canto nelle orecchie e nel cuore - dice Maria Teresa Milano, direttrice del coro -; il canto resta impresso e alcuni partecipanti mi hanno confidato che lo canticchiano nei giorni successivi...”. Sicuramente una maggior condivisione del canto, ad esempio insegnando il ritornello all’inizio della celebrazione, contribuirà a rendere l’assemblea ancora più partecipe e attiva. Oltre ai gospel il coro esegue anche alcuni spiritual africani, cioè canti religiosi in una delle lingue dell’Africa: i prossimi saranno “Sifuni mungu” (in swahili) e “Siyahamba”.

Un altro aspetto molto apprezzato delle messe gospel è la lettura del salmo in ebraico. Brevemente introdotto da Maria Teresa Milano, esperta in Ebraistica, permette di sprigionare “tutta la ricchezza di significato che hanno la parole nella lingua originale, ovviamente molto più di qualsiasi traduzione. Cerco di fare una breve analisi linguistica partendo da una o due parole che ricorrono più volte nel salmo di quella messa - continua Maria Teresa -: domenica 17 maggio la parole scelte del Salmo 46 saranno ‘zemer’ (canto) e ‘qol’ (voce). Cerco di illustrarne i molteplici significati avendo come sfondo l’approccio dell’esegesi rabbinica, cioè il metodo con cui lungo il corso dei secoli i rabbini hanno letto, riletto, studiato, interpretato ripetutamente i testi della Bibbia. Certo, in pochi minuti è ovviamente impossibile dar conto di questa ricchissima tradizione. Ma il salmo ascoltato in ebraico funziona e tocca il cuore delle persone”. L’invito a tutti è dunque per domenica 17 maggio, alle 11,45 in Cattedrale. E vista la partecipazione così numerosa c’è da augurarsi che la “messa gospel” venga riproposta anche il prossimo anno.