Di Federico Carle torino. Non è Francesco. Per la signora Giuseppina “Pina” Ravedone suo cugino Jorge Mario Bergoglio è semplicemente Giorgio. “«Pronto Pina? Ciao, sono Giorgio» - racconta la signora Ravedone -, erano le otto (di giovedì 25, ndr), squilla il telefono. Era lui. Questa volta ho subito capito (ride); a Pasqua mi ha chiamata e anche lì ha esordito dicendo: «Sono Giorgio!» ma io gli ho detto: «Giorgio chi?». E lui: «Ma quello del Vaticano, Pina!». Siamo scoppiati a ridere entrambi”.
Sono stati giorni intensi e carichi di ricordi quelli appena trascorsi per l’ 84enne Giuseppina Ravedone, moglie di Franco Martinengo, famoso pittore e designer della Pininfarina - scomparso nel 2001 - e cugino primo da parte di madre di Papa Bergoglio. Sabato 20 giugno l’inaugurazione di una mostra a Cerreto d’Asti con le più significative opere del marito (visitabile in piazza Mosso, gratuitamente, fino al 19 luglio). Domenica 21 un tuffo nel passato, a Riva presso Chieri, suo paese Natale, e dove nel 2003 l’arcivescovo Bergoglio sostò per alcuni giorni: “Era il mercoledì delle Ceneri; Giorgio venne a far visita alla tomba di Franco, celebrò una messa e poi andammo al ristorante. «Giorgio, ma oggi non dovremmo fare digiuno?», gli dissi. E lui: «Ma siamo vecchi, per noi ormai queste regole non valgono più!». Beh, si vede che era affamato”, racconta sorridendo. “Pina” oggi è calma. È venerdì 26 e ci offre un tè nella sua bella casa in quartiere San Paolo, fra una telefonata e l’altra: “Tutti questi giornalisti che continuano a cercarmi per sapere com’è andato il pranzo col Papa… che rompiscatole!”.
Già, i giornalisti; e il pranzo col Santo Padre. Due elementi cruciali di questa storia. La signora Ravedone, come una trentina di parenti piemontesi, era invitata al pranzo organizzato, lunedì 22 giugno, in via dell’Arcivescovado. Un ritaglio di tempo nella visita torinese che il Pontefice aveva fortemente voluto per sottolineare l’importanza della famiglia, dei legami e delle radici. “Quando sono arrivata - racconta - ho iniziato ad agitarmi. Tutti mi guardavano male. Nessuno mi ha salutata o chiesto come stessi. Mi giudicavano senza sapere”. L’origine delle inimicizie nasce subito dopo l’elezione al soglio pontificio, quando la signora Giuseppina fu una delle prime persone (forse l’unica) ad essere intervistata. Per questo venne accusata di volersi “vendere” alla stampa: “Ma cosa ne posso se mi cercano, se molti di loro sono stati amici di mio marito?”. Franco Martinengo, infatti, è stato designer di punta nella storia italiana: sua, per esempio, è la Lancia Aurelia, l’auto protagonista con Gassman de Il sorpasso di Dino Risi. Lunedì, prima del pranzo, era in programma una messa: “Ho avuto tempo di salutare il Papa prima di entrare in cappella; ho consegnato ai suoi collaboratori le lettere che alcune persone mi avevano affidato. Anche 100 euro che ci hanno imposto come offerta «libera» per il pasto. Speriamo vadano ai poveri almeno - continua Giuseppina -; poi durante la messa mi si è chiuso lo stomaco, ho iniziato ad avere un nodo al petto. Mi hanno agitata anche tutti quegli omoni vestiti di scuro che lo guardavano ad ogni mossa, nostra e sua… Gli ho detto: «Giorgio, ma perché non smetti di fare il Papa? Questa non è vita, sembra di essere in una prigione. Alla tua età non si può vivere così». Poi sono andata in bagno, ho anche vomitato. Stavo male, sono uscita di corsa prima che il pranzo iniziasse senza dire niente a nessuno e sono tornata a casa. Doveva essere una bella giornata e invece…”. Ma Giorgio si è accorto di quel posto vuoto: “Sono contenta che mi abbia telefonato per chiedere notizie. Ah, e ha anche risposto alla mia domanda: «Pina non lascio, almeno non ora. Ci sono ancora tante cose che devo fare. Finché la salute me lo permetterà rimarrò. Ma tu ricordati sempre di pregare per me, mi raccomando», ha detto salutandomi teneramente”.