Gianfranco Bianco si racconta

L’apprendistato a La Fedeltà con zio Giorgio, gli anni alla Gazzetta, poi alla Rai e il sogno di avviare una corrisponenza da Buenos Aires interrotto dalla malattia. Ora, approfittando della pensione, sta lavorando a un nuovo libro

Quest’anno a condurre il concerto di Ferragosto non ci sarà Gianfranco Bianco. Il “nostro” Gianfranco è andato in pensione. Dal 1° luglio. È immaginabile il concerto di Ferragosto senza la voce e il cappellino di Gianfranco Bianco? Dovremo farcene una ragione. Del resto se l’è fatta lo stesso Gianfranco. Lo abbiamo incontrato nell’accogliente attico di via Verdi, a Torino - da cui domina la Rai e la Mole - e l’abbiamo trovato molto “in sella”, convinto della scelta fatta e sereno nonostante le traversie della vita. Per noi fossanesi Gianfranco Bianco è  il giornalista per antonomasia: lo abbiamo conosciuto prima a La Fedeltà, poi alla Gazzetta del Popolo e infine, per oltre mezzo secolo al Telegiornale Rai, che è tutto dire. Abbiamo ripercorso con lui, in una lunga chiacchierata, il suo percorso lavorativo,  partire dagli anni de La Fedeltà con zio Giorgio, per arrivare al sogno della corrispondenza d Buenos Aires per la Rai bruscamente interrotto dalla malattia comparsa due anni fa.