Galantino: sui profughi parole “da piazzisti da 4 soldi”

Lo ha detto di ritorno dal viaggio in Giordania, dove ha incontrato i tanti cristiani fuggiti dall’Iraq un anno fa, a causa dell’avanzata dei jihadisti dello Stato Islamico

Il segretario generale della Conferenza episcopale italiana (Cei), monsignor Nunzio Galantino, appena rientrato dalla Giordania, entra senza giri di parole nel dibattito e nelle polemiche politiche in corso in questi giorni in Italia sul tema dell'immigrazione: “Penso che noi come italiani dovremmo un poco di più imparare a distinguere il percepire dal reale. Cosa intendo dire? Noi qui sentiamo dire e sentiamo parlare di ‘insopportabilità’ del numero di richiedenti asilo: guardate, questo - secondo me - è un atteggiamento che viene, in questi giorni, purtroppo alimentato da questi quattro ‘piazzisti’ da quattro soldi che pur di prendere voti, di raccattare voti, dicono cose straordinariamente insulse!”. Lo ha affermato lunedì 10 agosto in un’intervista alla Radio Vaticana sulla sua missione in Giordania, compiuta a nome di tutti i vescovi italiani.

“Lo so che l’accoglienza è faticosa - ha detto Galantino -; lo so che è difficile aprire le proprie case, aprire il proprio cuore, aprire le proprie realtà all’accoglienza. La Giordania ha una popolazione che è di circa 6 milioni, 6 milioni e mezzo, ma sapete che lì ci sono due milioni e mezzo di profughi che vengono accolti? Allora io penso che quello che distingue la Giordania, il Kurdistan iracheno e le altre zone che stanno accogliendo i profughi in questo momento dall’Italia, da noi è questo: non perché loro hanno più mezzi, probabilmente hanno solo un cuore un poco più grande; probabilmente vogliono veramente mettere vita con vita con queste persone. E soprattutto - ripeto - questa attenzione che da noi ahimè manca, questa attenzione ai perseguitati cristiani e yazidi, minoranze che hanno fatto la storia del Medio Oriente”.

In Giordania monsignor Galantino ha incontrato i tanti cristiani fuggiti dall’Iraq un anno fa, a causa dell’avanzata dei jihadisti dello Stato Islamico, e accolti nei campi profughi del Regno Hashemita. Il presule ha portato il saluto e il messaggio del Papa in cui Francesco esprime la concreta vicinanza di tutta la Chiesa ai fratelli perseguitati.