Il nuovo vescovo: “Innanzitutto conosciamoci e camminiamo insieme”

Le prime parole del nuovo pastore, che per alcune settimane resta ancora parroco a Poirino

“Innanzitutto conosciamoci e camminiamo insieme”: è con queste parole che si chiude la telefonata al nuovo vescovo di Fossano e Cuneo, mons. Piero Delbosco. Lo sorprendo lunedì pomeriggio mentre si trova al cimitero di Poirino, in attesa che arrivi il feretro di un parrocchiano morto in questi giorni, e mi dice: “In queste settimane io devo continuare a fare il parroco…”. A Poirino (dove è parroco dal 14 settembre dello scorso anno) i suoi compaesani e parrocchiani “hanno fatto grande festa alla notizia della mia nomina a vescovo (hanno perfino suonato le campane!), ma sono anche amareggiati: alcuni, affranti, mi hanno detto: «Non poteva rifiutare?”, No, non potevo – aggiunge - io ho sempre detto di sì ai miei vescovi…”.

Quel “camminiamo insieme” mi colpisce, non sono parole scelte a caso. Richiamano la famosa Lettera pastorale “Camminare insieme” del card. Michele Pellegrino, sacerdote fossanese che – mirabile scambio – proprio 50 anni fa (il 18 settembre del 1965) veniva nominato arcivescovo del capoluogo piemontese. E mons. Delbosco non nasconde questo legame tra le due diocesi: “Il card. Pellegrino, che era stato padre conciliare, ha portato i primi semi del Concilio in diocesi di Torino e ha lasciato una grande impronta, in particolare con la Lettera pastorale «Camminare insieme», di grande attualità ancora oggi con le sue tre parole povertà, fraternità, libertà”. Un legame che si è poi arricchito negli anni anche grazie al card. Severino Poletto, che di Fossano fu vescovo negli anni ottanta, prima di passare ad Asti e poi a Torino, appunto, che ha guidato fino al 2010. “Da Fossano la diocesi di Torino ha ricevuto tanto, ora tocca a me restituire qualcosa…”. Del resto già qualche anno fa (vedi foto notizia a pag...) mons. Delbosco aveva partecipato a un pellegrinaggio della nostra diocesi in Terrasanta e in quell’occasione aveva conosciuto un bel gruppo di fossanesi, insieme a don Derio Olivero e don Piero Ricciardi.

Sempre al telefono mi confida che sta vivendo questi giorni “con grande serenità”, ma anche “con un po’ di timore e trepidazione per la responsabilità che la Chiesa mi chiama ad assumere: tuttavia ho grande fiducia perché so che il Padre eterno ci dà anche la forza per portare avanti ciò che Egli desidera per noi”.

Un pastore vicino alla gente

Chi lo ha conosciuto in questi anni lo dipinge come un pastore vicino alla gente, molto umano, di grande equilibrio. Certo, com’egli stesso ha detto, conosce poco o nulla delle due diocesi che sarà chiamato a guidare, ma sicuramente saprà mettersi in ascolto: “La prima cosa che deve crescere è la fraternità tra di noi – dice ancora al telefono –: Gesù prima di tante parole, ha voluto bene ai suoi”. E poi mons. Piero è nato in una realtà, quella di Poirino, simile alle nostre cittadine e saprà inserirsi efficacemente nel tessuto pastorale delle due diocesi.

“Monsignor Piero – ha dichiarato il vescovo di Torino mons. Cesare Nosiglia – può avvalersi di una ricca esperienza pastorale e di servizio apostolico, maturata nella Diocesi di Torino, che gli permetterà di guidare con sapienza e amore di pastore le sue due Diocesi che vantano una lunga e ricca tradizione cristiana, culturale e sociale nella nostra Regione”.

Scorrendo la sua biografia, sono tre gli ambiti pastorali in cui mons. Delbosco si è speso in questi 35 anni di sacerdozio: la parrocchia, prima come curato e poi per tanti anni come parroco (a Beinasco, ad Alpignano e da un anno a Poirino, suo paese natale); i centri di spiritualità (è stato responsabile delle case di spiritualità diocesane e per due anni Rettore del Santuario della Consolata, “cuore spirituale” della città e della diocesi di Torino); la cura del diaconato permanente, incarico che lo vedeva tutt’ora impegnato in diocesi.

Salta il progetto di revisione territoriale?

Un’ultima annotazione. Nella presentazione del nuovo vescovo, avvenuta venerdì scorso a Cuneo, mons. Giuseppe Cavallotto ha detto che il nuovo vescovo incentiverà la collaborazione e accelererà la fusione tra le diocesi di Cuneo e Fossano, che al momento restano due realtà autonome “unite nella persona del vescovo” (è così dal 1999, da quando cioè mons. Natalino Pescarolo assunse la guida congiunta delle due realtà). Di fatto dunque, con questa nomina, è stato accantonato ogni progetto di revisione territoriale delle cinque diocesi della provincia di Cuneo. Quest’anno e il prossimo tutti e quattro gli attuali vescovi (due già lo hanno fatto) avrebbero dato le dimissioni per raggiunti limiti di età, una singolare coincidenza che rendeva possibile un ripensamento complessivo dei confini diocesani. Evidentemente hanno prevalso altre logiche (campanilistiche?). Ce ne faremo una ragione, ma a nostro parere si è persa una buona occasione che per un po’ di anni non si ripresenterà...