I successi di un giovane allevatore di lumache

Michele Bergese, oggi tecnico dell’Istituto di Cherasco, gira il mondo e tiene convegni

 imprenditore, che ha portato lustro a Sant’Albano, a cui da poco è stato conferito il titolo di “Città delle lumache” (sono solo 13 le città italiane a fregiarsi di questo titolo, in provincia ci sono Borgo e Cherasco che ne è la capitale), e si sta facendo strada nel mondo con il suo allevamento di lumache. 

Michele Bergese è partito nella primavera del 2013 da un piccolo appezzamento di cinque mila metri quadrati di terreno in Regione Ambasio a Ceriolo, donatogli da nonno Giovanni. Dopo un corso di formazione presso l’Istituto internazionale di elicicoltura di Cherasco, in questo fazzoletto di terra ha creato la sua impresa “La lumaca d’ Ambas”: un allevamento di lumache a ciclo biologico completo, che esclude l’utilizzo di mangimi, ma si avvale di soli ortaggi (insalata, cavoli, bietole) seminati nel recinto da ingrasso, integrati con il girasole. Una scelta per un prodotto di qualità, certificato e riconosciuto. 

Michele, che è stato notato dall’Istituto di elicicoltura di Cherasco per la qualità del prodotto e la sua professionalità, oggi è anche un “tecnico” dell’Istituto, dove tiene corsi di formazione per futuri elicicoltori italiani e stranieri, partecipa a convegni: è stato in Libano, in Irlanda e in diverse città italiane. Il suo allevamento è settimanalmente visitato da privati, mensilmente fa tappa a D’Ambas il tour gastronomico di Langa, ha ricevuto cuochi provenienti dal Brasile e dalla Grecia e nel mese di settembre, in occasione dell’Incontro internazionale di elicicoltura che si tiene a Cherasco, capitale della lumaca, in due giorni ha visto passare circa 600 persone giunte dall’Italia e dall’estero (Argentina, Australia, Libano, Spagna...). “Una bella soddisfazione - dichiara Michele - che mantiene il primato del più giovane elicicoltore italiano -. Dopo il diploma di geometra e un’esperienza lavorativa compromessa dalla crisi mi sono dovuto rimettere in gioco. Grazie a questo piccolo appezzamento di terreno del nonno, oggi ho un lavoro gratificante che mi sta offrendo delle opportunità inaspettate”. 

Articolo su La Fedeltà in edicola mercoledì 28 ottobre