Dall’anno scorso il Santuario di Cussanio, con la collaborazione della Comunità e della Fraternità “Emmaus”, è impegnato nella proposta di attività volte alla cura della fede e della vita. Il Santuario offre così stabilmente momenti di preghiera caratterizzati da stili diversi, con proposte di catechesi e approfondimenti legati a temi che aiutano a vivere la fede e quindi a orientare la vita nell’oggi della storia.
La Celebrazione penitenziale il primo venerdì del mese (unitamente alla possibilità di confessarsi la prima domenica del mese) vuole essere, nell’anno santo della misericordia, un aiuto per celebrare la Confessione in verità, cercando cioè di rendersi conto di tutte le dimensioni proprie del sacramento della Riconciliazione, soprattutto preparando il cuore a ricevere il grande dono della misericordia di Dio, dono in grado di guarire le ferite della vita.
La Preghiera secondo lo stile di Taizè, con l’Adorazione della Croce comunitaria e personale, vuole aprire uno spazio di meditazione e silenzio, secondo lo stile proprio dalla comunità ecumenica fondata da Fr. Roger, uno stile composto dai canti e dalle ambientazioni tipiche di questa esperienza.
L’Adorazione Eucaristica, il quarto giovedì del mese, è la preghiera che la tradizione secolare della Chiesa ci ha consegnato e che prende forma da quella presenza reale che rimane dopo la celebrazione della Messa, grazie alla celebrazione. L’adorazione rappresenta un ulteriore invito a “lasciarsi formare”, distendendo, personalizzando e interiorizzando ciò che, in maniera concentrata, si è sperimentato nell’Eucaristia. L’Adorazione Eucaristica orienta infatti la preghiera secondo le dimensioni che caratterizzano la celebrazione: rendere grazie, offrire, intercedere; dimensioni della preghiera che sono anche dimensioni di vita.
Prende l’avvio quest’anno, precisamente domenica 15 novembre, un ciclo di incontri mensili sulla questione del cibo: “Alimentare il corpo, nutrire l’anima”. Viviamo un tempo di trasformazioni straordinariamente rapide nel segno della complessità e della globalizzazione, un tempo che deve fare i conti con le descrizioni della scienza e con i risultati della tecnica, con l’instabilità e il disincanto che esse determinano. Questo mondo, nel diventare così grande ci fa sentire così piccoli che non sappiamo più dove attingere energie nuove. Sentiamo l’urgenza di prenderci cura dell’anima. Stiamo comprendendo meglio che la mente, il corpo e l’anima possono crescere insieme soltanto se ci prendiamo cura delle relazioni, se alimentiamo i legami, ritrovando verità e pratiche che abbiamo trascurato.
Il cibo, nostra quotidiana necessità, può diventare un intermediario della cura e dell’affetto. Attraverso la tavola è possibile fare esperienza di umanizzazione e di trasformazione del mondo, nutrire l’anima e sviluppare la sostenibilità conviviale. Nel cibo, infatti, c’è una traccia del sacro tutta da scoprire.
Il ciclo d’incontri mensili proposti al Santuario di Cussanio a partire da domenica 15 novembre (dalle 15,30), combina i temi della tavola con le sfide più attuali della nostra cultura: la società ipermoderna nella crisi dei saperi e dei sapori, la riscoperta del dono, la drammatica dissociazione del lavoro dagli affetti, gli squilibri alimentari e il proliferare delle droghe, la festa come strada della riparazione.
La secolarizzazione della cultura e degli stili di vita disegna una nuova missionarietà, richiede un’inesplorata comprensione del Mistero. Gli incontri diventano così anche l’occasione per rivisitare le esperienze fondamentali della fede cristiana: la liturgia, sintesi del sapere e del sapore delle cose divine, la pastorale familiare e le regole della buona tavola, la vocazione nel mondo in un momento drammatico dell’evoluzione sociale, le opere della misericordia spirituali.
I temi sono introdotti da don Domenico Cravero (psicoterapeuta e sociologo, parroco di Settimo Torinese), approfonditi nel dibattito, applicati nei laboratori. Ogni incontro sarà concluso dalla Celebrazione Eucaristica.
Inoltre è iniziata anche l’esperienza del Polo Formativo Interdiocesano, per il momento in via sperimentale, che vuole aprire una via diversa per quanto riguarda la formazione degli operatori pastorali; via che si fonda sul metodo dell’apprendimento cooperativo, metodo laboratoriale che prevede l’interagire di docenti e tutor (accompagnatori), con un’operatività legata allo stile dell’Atelier. La finalità del Polo è di formare operatori pastorali che abbiano competenze acquisite e non semplicemente presupposte, dotando così le comunità, nella situazione attuale, di persone con strumenti adeguati per rendere un servizio.
*Rettore del Santuario di Cussanio