Le Porte sante nei paesi in guerra

Le parole di Papa Francesco, all'apertura della Porta Santa a Bangui, nella Repubblica Centrafricana, portano all'attenzione dell'opinione pubblica mondiale quei Paesi che stanno passando attraverso la croce della guerra, come la Siria, la Libia e l'Iraq... Qui l'articolo completo

“L’Anno Santo della Misericordia viene in anticipo in questa Terra. Una terra che soffre da diversi anni la guerra e l’odio, l’incomprensione, la mancanza di pace. Ma in questa terra sofferente ci sono anche tutti i Paesi che stanno passando attraverso la croce della guerra. Tutti noi chiediamo pace, misericordia, riconciliazione, perdono, amore. Per Bangui, per tutta la Repubblica Centrafricana, per tutto il mondo, per i Paesi che soffrono la guerra chiediamo la pace!”.

Con queste parole, domenica 29 novembre, Papa Francesco ha aperto la porta santa della cattedrale di Bangui, nella Repubblica Centrafricana, inaugurando l’Anno Santo della Misericordia. Una piccola porta in legno che nulla ha a che vedere con quelle imponenti e artistiche di tante cattedrali e basiliche storiche sparse nel mondo ma molto con altre che in questi giorni verranno aperte in tanti luoghi di guerra evocati dal Pontefice. Piccole porte che attestano la presenza e la vita di altrettanto piccole comunità cristiane, spesso perseguitate, in luoghi dove la pace e la convivenza solo un miraggio. Come a Gaza, a Erbil (Iraq), ad Aleppo (Siria), a Tunisi (Tunisia), a Tripoli (Libia), a Sarajevo (Bosnia) a Kharkiv (Ucraina) o in Crimea…

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