Giubileo è “celebrare l’amore di Dio che ci cerca e ci chiama alla libertà”

Sabato scorso mons. Piero Delbosco ha aperto la Porta Santa della Cattedrale di Fossano

“Accogliamo l’invito a passare attraverso le porte sante delle nostre cattedrali: sia questo un gesto che lascia fuori le sicurezze, la saccenza, l’orgoglio... per aprirsi alle sorprese che Dio ci riserva”. Sono le parole che il nuovo vescovo mons. Pietro Delbosco ha pronunciato durante l’omelia della celebrazione di sabato scorso, che ha aperto in modo solenne ed ufficiale la Porta della misericordia della Cattedrale di Fossano (domenica prossima tocca alle altre chiese, in particolare al Santuario di Cussanio), inaugurando così l’anno giubilare anche a Fossano. Dopo aver  letto una formula di richiesta di perdono di fronte al sagrato della chiesa madre, il vescovo si è avvicinato all’ingresso principale, ha sostato qualche istante in silenzio, poi si è avvicinato spingendo con forza i due battenti della Porta Santa e spalancandoli. Letta la preghiera accanto al fonte battesimale, è avanzato davanti a tutti aspergendo il popolo di Dio, seguito dai sacerdoti: “Proprio come un pastore che cammina davanti alle sue pecore e le guida” dirà il vicario don Derio Olivero a conclusione della celebrazione.

Commentando le parabole della misericordia della pecora smarrita e della moneta perduta (cap. 15 del vangelo di Luca) il vescovo ha ricordato che “Dio non si occupa tanto dei giusti, ma di chi è in difficoltà. Siamo qui per celebrare l’amore di Dio che ci cerca e ci chiama a vivere una nuova esperienza di libertà: tocca a noi rispondere a questo invito”. “Passare attraverso la Porta santa è simbolo del nostro ritorno a Dio - ha sottolineato mons. Delbosco -, del nostro riconciliarci con lui (quanta fatica facciamo a chiedere scusa!); è smettere di dare giudizi con superficialità, tipico di chi si sente giusto in mezzo a peccatori; è superare la nostra impazienza, la frenesia, il cercare di essere dappertutto; è invito a con-dividere i nostri beni ma anche il nostro tempo; è ascoltare il grido di chi ha bisogno di noi... Attraversare questa porta - ha aggiunto - deve farci riflettere su quella vecchiaia che incombe quando diciamo «Sono sempre le stesse cose... non ho più nulla da imparare... ho già dato...»”. Ha invitato infine ad accogliere la misericordia di Dio: “È la sua pazienza che non si rassegna e non si scoraggia di fronte alle nostre resistenze”.

Dopo l’omelia i rappresentanti delle parrocchie hanno ricevuto un incensiere e un poster con il logo del giubileo, due segni che uniscono la diocesi e le sue comunità con la Chiesa universale nel cammino del Giubileo. “Auguro buon cammino” ha concluso il vescovo che poi ha invitato tutti a tornare nelle chiese dove sono stati battezzati e dove è iniziato il cammino di fede.