“Questo Bambino ci insegna che cosa è veramente essenziale nella nostra vita”

Nella messa della notte di Natale, Papa Francesco invita a scacciare ogni tristezza, perché il Bambino Gesù è il vero consolatore del cuore

“In questa notte risplende una ‘grande luce’; su tutti noi rifulge la luce della nascita di Gesù”. Lo ha detto Papa Francesco, nella messa della notte per la solennità del Natale del Signore, nella basilica vaticana. Riprendendo le parole del profeta Isaia, “Hai moltiplicato la gioia, hai aumentato la letizia”, il Pontefice ha osservato: “Gioia e letizia ci assicurano che il messaggio contenuto nel mistero di questa notte viene veramente da Dio”. Di qui il forte invito: “Non c’è posto per il dubbio; lasciamolo agli scettici che per interrogare solo la ragione non trovano mai la verità. Non c’è spazio per l’indifferenza, che domina nel cuore di chi non riesce a voler bene, perché ha paura di perdere qualcosa. Viene scacciata ogni tristezza, perché il bambino Gesù è il vero consolatore del cuore”.

 

Non siamo più soli e abbandonati

“Oggi il Figlio di Dio è nato: tutto cambia. Il Salvatore del mondo viene a farsi partecipe della nostra natura umana, non siamo più soli e abbandonati - ha sottolineato il Papa -. La Vergine ci offre il suo Figlio come principio di vita nuova la luce vera viene a rischiarare la nostra esistenza, spesso rinchiusa nell’ombra del peccato. Oggi scopriamo nuovamente chi siamo!”. In questa notte “ci viene reso manifesto il cammino da percorrere per raggiungere la meta. Ora, deve cessare ogni paura e spavento, perché la luce ci indica la strada verso Betlemme. Non possiamo rimanere inerti. Non ci è lecito restare fermi”.

“Quando sentiamo parlare della nascita di Cristo, restiamo in silenzio e lasciamo che sia quel Bambino a parlare; imprimiamo nel nostro cuore le sue parole senza distogliere lo sguardo dal suo volto. Se lo prendiamo tra le nostre braccia e ci lasciamo abbracciare da Lui, ci porterà la pace del cuore che non avrà mai fine”, ha affermato il Pontefice. Non solo: “Questo Bambino ci insegna che cosa è veramente essenziale nella nostra vita. Nasce nella povertà del mondo, perché per Lui e la sua famiglia non c’è posto in albergo. Trova riparo e sostegno in una stalla ed è deposto in una mangiatoia per animali”. Eppure, “da questo nulla, emerge la luce della gloria di Dio”. A partire da qui, “per gli uomini dal cuore semplice inizia la via della vera liberazione e del riscatto perenne. Da questo Bambino, che porta impressi nel suo volto i tratti della bontà, della misericordia e dell’amore di Dio Padre, scaturisce per tutti noi suoi discepoli, come insegna l’apostolo Paolo, l’impegno a ‘rinnegare l’empietà’ e la ricchezza del mondo, per vivere ‘con sobrietà, con giustizia e con pietà'”.

 

Il nostro stile di vita sia colmo di compassione e di misericordia

“In una società spesso ebbra di consumo e di piacere, di abbondanza e lusso, di apparenza e narcisismo, Lui ci chiama a un comportamento sobrio, cioè semplice, equilibrato, lineare, capace di cogliere e vivere l’essenziale. In un mondo che troppe volte è duro con il peccatore e molle con il peccato, c’è bisogno di coltivare un forte senso della giustizia, del ricercare e mettere in pratica la volontà di Dio”, è stata l’esortazione del Pontefice. “Dentro una cultura dell’indifferenza, che finisce non di rado per essere spietata, il nostro stile di vita sia invece colmo di pietà, di empatia, di compassione, di misericordia, attinte ogni giorno dal pozzo della preghiera”, ha aggiunto il Santo Padre. Infine, l’auspicio: “Come per i pastori di Betlemme, possano anche i nostri occhi riempirsi di stupore e meraviglia, contemplando nel Bambino Gesù il Figlio di Dio. E, davanti a Lui, sgorghi dai nostri cuori l’invocazione: ‘Mostraci, Signore, la tua misericordia e donaci la tua salvezza’”.