Valdesi, da eretici a fratelli separati

A colloquio con il pastore Paolo Ribet, dopo la storica visita di Papa Francesco a Torino nel giugno dello scorso anno

Da eretici a fratelli di fede separati, le Chiese della Riforma protestante in Italia hanno avuto un boom mediatico nel giugno scorso, con la visita del Papa al Tempio valdese di Torino. Su invito dall’organo consultivo delle suddette chiese, la Tavola delle Chiese valdesi, battiste e metodiste, è stato un evento di cui anche il nostro giornale si è occupato. Ottocento anni di storia, una presenza minoritaria crudelmente perseguitata (ne è il triste simbolo anche il castello di Fossano), in particolare quella valdese fu costretta a confinarsi nelle valli Germanasca, Pellice e Chisone, e fu poi legalmente riconosciuta con lo Statuto Albertino nel 1848. La Chiesa cattolica, a partire dai cambiamenti messi in atto col Concilio Vaticano II, ha instaurato con loro un dialogo anche difficile, ma sincero, su molti temi etici e teologici. A Paolo Ribet, figlio di pastore valdese e lui stesso pastore dal 1974 (da sette titolare della Chiesa che è in Torino), sposato, padre e nonno, abbiamo chiesto di parlarci di alcuni aspetti inerenti, e sviluppi successivi, la visita di Papa Francesco (nella foto il pastore Ribet ascolta il discorso del Pontefice). È stata la prima volta di un Pontefice in un loro luogo di culto, e che per questo è stata definita “storica”.

Quali emozioni, per lei ed altri valdesi, durante la visita del Papa al tempio di Torino? 

È stata come ci aspettavamo; una visita fraterna, dove ci si è confrontati sulle cose su cui non si è d’accordo, e la cui importanza è stata data anche dalle cose che si sono dette. Forse il momento che ha attirato di più l’attenzione è stato quando il Papa ha chiesto perdono “per tutti gli atteggiamenti non cristiani” (detto da un capo di una chiesa cristiana, è abbastanza importante). Anche se tutto il momento è stato vissuto con assoluta fraternità, semplicità e gioiosa sobrietà. Diverse persone lo hanno definito emozionante, da ricordare, e si spera porti a degli atteggiamenti più propositivi tra le varie chiese cristiane.

Intervista completa su La Fedeltà, in edicola il 27 gennaio