Allarme bilancio: i trasferimenti da Roma non bastano per compensare l’abolizione della Tasi

Nubi all’orizzonte sulla spesa corrente. Il vice-sindaco di Fossano Vincenzo Paglialonga chiede a tutti gli assessorati di contenere il budget annuale

L’assessore Vincenzo Paglialonga aveva già sentito puzza di bruciato nel luglio 2015, pochi giorni dopo il primo annuncio della futura abolizione della Tasi. A gennaio aveva ribadito le sue perplessità al vice-ministro dell’Economia Enrico Morando, in tournée a Fossano per illustrare i contenuti della legge di Stabilità 2016. Lunedì 7 marzo il suo grido d’allarme è arrivato in commissione Finanze, corroborato (purtroppo) da una serie di dati che sembrano dargli ragione. Nonostante le promesse, infatti, il Governo non pare nelle condizioni di restituire ai Comuni un importo equivalente a quello che verrà a mancare con la cancellazione della Tasi, l’abolizione dell’Imu sugli “imbullonati” e dell’Imu agricola, e con la riduzione del 25% dell’Imu e della Tasi sugli immobili affittati con contratto a canone concordato: ovvero i capisaldi della legge di Stabilità. Secondo l’Anci, infatti, la perdita corrispondente di gettito da parte dei Comuni sarebbe stata di 5 miliardi, ma nel bilancio dello Stato è stata prevista, tra le misure compensative, una dotazione di 3 miliardi e 700 milioni. Salvo sorprese, è prevedibile perciò che anche questa volta lo Stato farà la cresta sulla spesa sulle spalle dei Comuni. 

Ampio servizio su "La Fedeltà" di mercoledì 16 marzo