L’annuale giornata in memoria dei missionari martiri verrà celebrata in diocesi con una veglia di preghiera in programma sabato 19 marzo, alle 18, in Cattedrale a Fossano.
Il cammino quaresimale che ci conduce alla Pasqua ci fa passare, anche quest’anno, attraverso il ricordo di quanti hanno perso la vita tragicamente a causa del Vangelo. E sono tanti. Secondo le informazioni raccolte dall’Agenzia Fides, nell’anno 2015 sono stati uccisi nel mondo 22 operatori pastorali: lo scorso anno sono morti in modo violento 13 sacerdoti, 4 religiose, 5 laici. Secondo la ripartizione continentale, in America sono stati uccisi 8 operatori pastorali (7 sacerdoti e 1 religiosa), un primato che il continente registra ormai da sette anni; in Africa sono stati uccisi 5 operatori pastorali (3 sacerdoti, 1 religiosa, 1 laica); in Asia sono stati uccisi 7 operatori pastorali (1 sacerdote, 2 religiose, 4 laici); in Europa sono stati uccisi 2 sacerdoti.
“La scia degli operatori pastorali uccisi - scrive padre Vito del Prete, missionario del Pime - rivela in questa fase storica dell’umanità una recrudescenza inaudita. Sembra non avere eguali nella storia, perché è in atto una persecuzione globalizzata. Questi numeri sono solo la punta di un iceberg della persecuzione globale contro i cristiani che, come già si legge nella Lettera a Diogneto, amano tutti, e da tutti sono perseguitati. L’Isis, Boko Haram, la discriminazione in vari Paesi dove la religione è un affare di Stato, rendono arduo ed eroico essere cristiani, soggetti ad attentati e a stragi”. Come il recentissimo attacco terrorista di sabato 5 marzo ad Aden, nello Yemen, al convento della congregazione fondata da madre Teresa di Calcutta, in cui sono rimaste uccise quattro suore della Carità e tre loro collaboratori.
La 24ª giornata di memoria e digiuno per i missionari martiri (la cui data esatta cade il 24 marzo, giorno della morte del beato Oscar Arnulfo Romero, arcivescovo di San Salvador, assassinato nel 1980) ha come tema “Donne e uomini di misericordia”, per sottolineare il dono di sé di quanti si son fatti testimoni autentici dell’amore di Dio Padre donando tutto se stessi: martiri in quanto testimoni e missionari in quanto cristiani. Perché, come ha detto Papa Francesco all’Angelus del 26 dicembre scorso, festa di S. Stefano protomartire: “Ieri come oggi, compaiono le tenebre del rifiuto della vita, ma brilla ancora più forte la luce dell’amore, che vince l’odio e inaugura un mondo nuovo”.