Bene ha ospitato la “missione popolare”

Iniziativa della Parrocchia - Intanto un gruppo di giovani ha vissuto la "settimana comunitaria"

Bene Vagienna terra di “missione popolare”. Dal 27 febbraio al 13 marzo scorso, la città ha ospitato una quindicina tra frati e suore - provenienti da vari conventi, anche dalla Sicilia e dalla Francia - che hanno incontrato i fedeli attraverso numerose iniziative, dai momenti di adorazione in chiesa alle serate organizzate a casa di alcuni residenti. Il loro arrivo si deve alla Parrocchia, soprattutto ai parroci don Antonio Bergonzo e don Paolo Briatore, grazie ai quali i credenti hanno rivissuto un’esperienza che non veniva proposta da tempo.

Sulle tracce di Zaccheo

Per buona parte della giornata, i missionari si dedicavano alla “visita alle famiglie” che li portava a suonare il campanello ai benesi, da una casa all’altra. Era l’occasione non solo di presentarsi, quanto di dare appuntamento nei “Centri di ascolto”. Alla sera, infatti, luoghi pubblici come il Palazzetto dello sport e case di privati aprivano le porte a chiunque abitasse nei dintorni e desiderasse incontrare i missionari; la disponibilità delle famiglie ha permesso di “coprire” buona parte del territorio comunale. 

Non sono ovviamente mancati gli appuntamenti nelle chiese di Bene Vagienna. Sono state proposte l’esperienza dello “Shemà” - una riflessione sul tema delle “icone evangeliche della Misericordia” - e quella del “Roveto ardente” - la contemplazione del volto di Cristo guidata dai missionari. 

I temi proposti dai missionari durante gli incontri con i fedeli gravitavano intorno alla figura di Zaccheo, il pubblicano che, per riuscire a scorgere Gesù nonostante la sua piccola statura, sale su un albero. Il personaggio evangelico ha rappresentato la possibilità di “lasciarsi chiamare per nome da Gesù” come accadde a Zaccheo secondo quanto narra Luca: la possibilità, cioè, di ritrovare il Salvatore anche quando ci si trova in condizioni che sembrano ostacolare l’incontro. 

L’arrivo e la partenza dei missionari sono stati entrambi sigillati da due momenti di forte valore emblematico. Quando frati e suore sono giunti a Bene Vagienna, il vescovo della Diocesi di Mondovì Luciano Pacomio ha affidato loro il “mandato” della missione popolare; al momento del congedo, lo stesso mandato è stato simbolicamente assegnato a tutti i fedeli, che sono così chiamati a mantenere e diffondere lo “spirito” della missione.

“Questa esperienza mi ha arricchito molto - racconta una fedele, Michela Capriolo -. Sia dai frati che dalle suore ho ascoltato parole e testimonianze che mi hanno fatto sentire come più leggera. Mi mancano i missionari, ma sono contenta che ci siano stati. A chi non ha potuto partecipare, posso dire che non sa che cosa si è perso”.

Settimana comunitaria

Nel periodo della “missione popolare” - più precisamente dal 28 febbraio al 5 marzo scorso - una dozzina tra ragazze e ragazzi, tutti componenti del “Gruppo giovani” che fa capo alla Parrocchia, ha vissuto la “Settimana comunitaria” nei locali dell’ex convento francescano.  Si tratta di un’iniziativa che viene riproposta annualmente, nelle settimane della Quaresima. I partecipanti trascorrono buona parte della loro giornata insieme, all’interno dell’ex convento francescano di Bene Vagienna, dove, ogni giorno per tutta la durata della settimana comunitaria, si danno appuntamento per la cena, cui seguono momenti di riflessione o svago; dopo aver trascorso la notte sempre fra le mura che un tempo ospitavano i frati, ragazze e ragazzi partecipano alla celebrazione delle Lodi mattutine e consumano la colazione, al termine della quale ciascuno si allontana secondo i propri impegni (chi deve andare a scuola, chi al lavoro). 

Numerose attività sono state organizzate con i missionari. Fra queste la processione al Santuario di frazione Gorra, che ha concluso la settimana comunitaria.