Ober Bondi – Cesare Botto: incontro tra fotografia e pittura

Fino a domenica 21 agosto a palazzo Samone a Cuneo.

Si è inaugurata il 4 agosto scorso, rimarrà aperta fino al prossimo 21 del mese a Cuneo presso palazzo Samone una mostra di Ober Bondi (fotografo) e Cesare Botto (pittore) che "costruiscono" opere a quattro mani in un omaggio a Joseph Conrad sul tema "La linea d'ombra", mostra che resterà aperta fino al prossimo 24 agosto.

Di Oberd(dan) Bondi mi ero occupato tanti anni fà ma per la sua attività di pittore, prima che tralasciasse quella esperienza per dedicarsi invece alla fotografia d'arte mentre di Cesare Botto ho seguito un po' tutto il suo iter artistico da quando era giovane esponente del gruppo cuneese de "La Tavolozza" fino alle ultime esperienze con le collettive dell'associazione (sempre cuneese) "Magau".

Questi due artisti ora presentano questa rassegna per una nuova esperienza comune che prova a declinare il racconto che lo scrittore inglese di origini polacche Joseph Conrad utilizza come canovaccio per il suo romanzo breve che dà il titolo anche a questa mostra e questo perchè la mostra soinserisce nel progetto “Photopaint” e che vorrebbe essere, appunto, un tentativo di trasposizione artistica del concetto guida del romanzo e cioè che, in fondo, non si finisce mai di fronteggiare le proprie debolezze. Quando la linea d’ombra sembra essere oltrepassata, ciò è soltanto una mera apparenza. “Photopaint” vuole essere, quindi, un “gioco” che si svolge in quattro tempi. Come si dice nella velina di presentazione della mostra e del catalogo,. "il primo tempo ha a che fare con lo scatto fotografico: i due momenti che ne fanno parte, quello completamente oggettivo, che rappresenta la cristallizzazione di un evento realmente accaduto e quello del tutto soggettivo che, invece, è il desiderio dell’artista di comunicare le emozioni che lo scatto ha suscitato, si dibattono vicendevolmente. Il secondo tempo sta nell’intervento dell’artista nel rielaborare gesto e materia che si sono affiancati nel pensiero precedente. Il terzo si forma nel momento in cui si accostano le varie parti, senza andare ad intaccare la loro individualità. Nel quarto tempo, lo spettatore diviene parte attiva: nel momento in cui sposta il suo punto di vista, in senso fisico, gli è permessa la lettura della linea d’ombra, che ognuno interpreta a modo proprio, vivendo una propria emozione, “perché è noto che se uno trae piacere da un’opera d’arte è perché la crea dentro di sé, la ricrea e si ricrea con lei”.

Se l'esperimento sia riuscito onestamente non mi sento di dirlo e tutta la proposizione dell'idea mi sembra abbastanza cervellotica e rispondere ad un concetto di difficile comprensione (almeno per me).

Con questi presupposti allora ritengo sia opportuno considerare le opere singole dei due protagonisti e poi quelle realizzate a quattro mani (con l'intervento del pittore per "integrare" la fotografia).

Non mi sento sufficientemente "attrezzato" per esprimermi sugli "scatti" del fotografo: mi limito quindi a dire che diverse fotografie mi piacciono molto  sotto i più diversi punti di osservazione (del lirismo poetico che colgono, del "momento" di vita che raccontano) mentre per altre (dove sulla bravura tecnica di esecuzione non saprei cosa dire) non riesco a cogliere il significato del "racconto". Sono comunque lavori che mi sembrano sempre di piacevole effetto.

Quanto alle opere pittoriche mi sembra di poter dire che, nella maggioranza, ci mostrano una espressività che già dell'artista conoscevamo e che abbiamo (avevo) avuto in passato occasione di apprezzare. Ma, guardando le date della loro esecuzione, mi sembrano quasi sclerotizzate da schematismi ormai inaccettabili che (forse) rispondono a stilemi elaborati da una pseudofilosofia dell'arte contemporanea che mi risulta incomprensibile (come lo è ai più) e di conseguenza inaccettabile. Ma la mostra svela però che forse una positiva soluzione Cesare Botto l'ha intravista ed in una delle ultime tele realizzate la mostra in maniera un po' timida e che (se perseguita con coraggio) potrebbe avviarlo ad una nuova stagione espressiva interessante. Sono soluzione che, timidamente, affiorano anche nei suoi interventi sulle fotografie ma che andranno meditate e sviluppate.

In conclusione:una mostra di potrà far discutere e che comunque è interessante vedere.