Maxi-emergenza, si cammina sulle uova

Il futuro della Maxi-emergenza - e il suo eventuale trasferimento da Saluzzo nella struttura fossanese della Protezione civile - sono stati al centro dell’incontro di mercoledì scorso a Fossano. In quella sede, la Regione ha confermato la volontà di realizzare i lavori di adeguamento della sede della Protezione civile di via Mondovì, ma la “guerra” non dichiarata tra Fossano e Saluzzo, che si contendono il diritto a ospitare l’unità sanitaria, è ancora senza vincitore

Incontro a Fossano mercoledì scorso con i vertici dell’Asl Cn1, la Regione Piemonte e la Protezione civile. All’ordine del giorno le garanzie, le modalità e i tempi del trasferimento a Fossano della Maxi-emergenza, l’unità sanitaria che si attiva in caso di calamità naturali, nella sede della Protezione civile di via Mondovì, come era stato promesso dalla Regione nel giugno scorso. Una promessa che oggi si scontra con le resistenze di Saluzzo, che non vuole perderla, e quelle del personale (cinque-sei persone, guidate da Mario Raviolo), che non vuole spostarsi. Il tutto a pochi giorni dall’annuncio dell’Asl del trasferimento “temporaneo” della Maxi-emergenza da una parte all’altra di Saluzzo, per fare spazio, nella vecchia sede, alla centrale operativa del 118, dal momento che a Fossano i locali di via Mondovì “non sono ancora idonei”.

Di fronte a questa situazione che rischia di mettere l’una contro l’altra due amministrazioni “amiche” (e sotto il cappello di una Giunta regionale dello stesso colore politico), chi si attendeva una risposta dirimente è rimasto deluso.

Articolo completo su "La Fedeltà" di mercoledì 16 novembre