Lo scoppio è avvenuto durante la messa, mentre veniva distribuita la comunione. Hanno voluto colpire i fedeli riuniti in preghiera nella cattedrale copta di San Marco, la più antica chiesa d’Africa, un luogo significativo per i cristiani d’Egitto che dal 2013 hanno subito almeno 40 attentati, con decine di morti. Un bilancio che parla di almeno 25 vittime, di cui sei bambini. A Tawadros II e alla sua comunità copto ortodossa è subito giunta la vicinanza di Papa Francesco che all’Angelus ha parlato di “violenza che semina morte e distruzione”, ribadendo che l’unica risposta “è la fede in Dio e l’unità nei valori umani e civili” e della Chiesa cattolica egiziana. Quest’ultima ha diramato una breve nota in cui esprime solidarietà “ai nostri fratelli ortodossi. Preghiamo per la pronta guarigione dei feriti e ai responsabili della sicurezza chiediamo di trovare gli autori di questo crimine e di fermarli. Che il Signore salvi l’Egitto da ogni male”. Condanna è giunta anche da Ahmed al-Tayeb, imam dell’università di al-Azhar e massima autorità religiosa sunnita egiziana.
“Lo scopo di questi attacchi è la destabilizzazione del Paese e della sua sicurezza – commenta al Sir monsignor Antonios Aziz Mina, vescovo copto cattolico di Guizeh – i cristiani sono le vittime ma anche il pretesto per dimostrare che l’Egitto non è sicuro.