Papa Francesco alla Curia: non temere le rughe ma le macchie

L'udienza per la presentazione degli auguri natalizi. “La riforma – rimarca Francesco – sarà efficace solo e unicamente se si attua con uomini ‘rinnovati’ e non semplicemente con ‘nuovi’ uomini".

La riforma della Curia è un “processo di crescita e soprattutto di conversione”. Non è un “lifting” per “abbellire l’anziano corpo curiale” o “togliere le rughe”, perché “non sono le rughe che nella Chiesa si devono temere, ma le macchie”. Papa Francesco ha rivolto queste parole alla Curia Romana nella tradizionale udienza per la presentazione degli auguri natalizi, oggi nella Sala Clementina del Palazzo apostolico. Al centro del lungo e impegnativo discorso del Papa, appunto, la riforma della Curia, “segno della vivacità della Chiesa in cammino”. Non a caso Francesco è partito dalla “luce soave e imponente del volto divino di Cristo bambino”, dal Natale “capovolgimento della logica mondana, della logica del potere, della logica del comando, della logica fariseistica e della logica casualistica o deterministica”. Finendo con la consegna ai presenti del suo dono natalizio: una copia del libro “Accorgimenti per curare le malattie dell’anima”, traduzione italiana a cura di padre Giuliano Raffo di un’opera del quinto preposito generale dei gesuiti, padre Claudio Acquaviva (1543-1615). “La riforma – ha rimarcato Francesco – sarà efficace solo e unicamente se si attua con uomini ‘rinnovati’ e non semplicemente con ‘nuovi’ uomini. Non basta accontentarsi di cambiare il personale, ma occorre portare i membri della Curia a rinnovarsi spiritualmente, umanamente e professionalmente”.

“La riforma della Curia non si attua in nessun modo con il cambiamento delle persone – che senz’altro avviene e avverrà – ma con la conversione nelle persone”; “senza un mutamento di mentalità lo sforzo funzionale risulterebbe vano”, ha aggiunto il Papa, riconoscendo “difficoltà” e “resistenze”.

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