Benedetta Rencurel – 2

Testimoni del Risorto 11.01.2017

I n controtendenza rispetto ad analoghe manifestazioni mistiche (si pensi anche solo alle sofferenze della veggente di Lourdes e alle persecuzioni dei pastorelli di Fatima), sulle apparizioni di Le Laus le approvazioni diocesane non tardano ad arrivare, addirittura già il 18 settembre 1665, quasi un regalo per il diciottesimo compleanno di Benedetta. In analogia a tutte le apparizioni “autentiche”, non tardano però anche a manifestarsi difficoltà e contrasti, principalmente dettati dall’invidia per i pellegrinaggi sempre più frequenti e affollati e, strano a dirsi, anche per le numerose conversioni, quasi che il monopolio di queste fosse un’esclusiva della pastorale “ordinaria” delle singole parrocchie. I nemici di Le Laus sono sempre più numerosi, specialmente in ambito ecclesiastico, tanto da pretendere una nuova inchiesta diocesana, che si conclude, come la prima, con il riconoscimento della veridicità delle apparizioni e così anche il nuovo vicario generale si lascia conquistare dalla santità di Benedetta. «Coraggio, figlia mia! Abbi pazienza... compi la tua opera di buon cuore... non provare astio per i nemici di Le Laus», le raccomanda premurosamente la Madonna, mentre l’angelo custode le insegna che «quando si è lieti, tutto quel che si fa è gradito a Dio; quando ci si arrabbia, non si fa nulla che Gli piaccia». La nuova chiesa, nelle proporzioni in cui la si vede oggi, è stata realizzata a tempo di record a partire dall’autunno 1665 e nel 1672 Benedetta prende casa nelle sue immediate vicinanze, per svolgere il compito cui è stata pazientemente preparata dalla Madonna: avvicinare i pellegrini, invitarli alla conversione, aiutarli a confessarsi bene, grazie anche al dono che le è stato fatto di leggere nelle coscienze. Incoraggiata dalla Madonna, raccomanda anche ai sacerdoti del santuario una dolce misericordia verso i penitenti, spesso incalliti e da tempo lontani dai sacramenti, anticipando un po’ gli odierni analoghi inviti di Papa Francesco ai suoi preti; lei intanto supplisce di persona, con le proprie preghiere e penitenze, a quanto viene risparmiato ai penitenti del santuario. Per Benedetta inizia però una lunga “notte dello spirito”, caratterizzata da tentazioni e continui attacchi anche fisici del demonio, che così dimostra quanto danno all’inferno stiano facendo le continue conversioni di Le Laus. Nel 1692 le truppe del duca di Savoia invadono la regione di Gap e Benedetta si rifugia a Marsiglia con i sacerdoti addetti al santuario, trovato completamente devastato al loro ritorno. Il vero calvario di Benedetta inizia però con l’arrivo di preti giansenisti, che più che prendersi cura del santuario ne allontanano i pellegrini. A lei proibiscono per quasi vent’anni la messa quotidiana e la comunione frequente, mentre le fanno pressioni per il suo ingresso in una comunità religiosa con lo scopo di allontanarla da Le Laus: a tutti risponde con fermezza che tale non è il desiderio della Madonna e respinge con forza ogni tentativo di monacazione forzata per continuare a svolgere, pur tra mille difficoltà, quella missione di accompagnamento dei pellegrini che evidentemente non potrebbe fare aldilà di una grata. Si consuma letteralmente per la preghiera continua, la penitenza e i dispiaceri ed il suo unico conforto sono gli incontri mensili con la Madonna, e quelli con angeli, santi e lo stesso Gesù, che le si presenta nello strazio della crocifissione, chiedendole di partecipare alla sua sofferenza. Nel 1711, con un nuovo avvicendamento di sacerdoti, terminano gli attacchi alla sua persona e la diffamazione del santuario, ma ormai lei è sempre più fragile e indebolita, nonostante l’età neppur troppo avanzata. Muore dolcemente e “gioiosamente” il 28 dicembre 1718, mentre il santuario continua a vivere e suscitare conversioni e ravvedimenti anche insperati. Incessante è l’afflusso di pellegrini e il ricorso a Maria, “Madre della riconciliazione” e “Rifugio dei peccatori”, che si rivela anche grazie a due “segni”: l’olio della lampada, utilizzato con fede sui malati ottenendo spesso guarigioni che hanno del miracoloso, e il profumo, così simile a quello di violetta grazie al quale era stato possibile individuare la cappelletta in cui poi sarebbe apparsa la Madonna, che chi lo sente interpreta come una chiamata o una conferma del cielo. Nel 2008 il vescovo di Gap-Embrun ha riconosciuto ufficialmente le apparizioni di cui per 54 anni è stata beneficiaria Benedetta Rencurel, che l’anno successivo è stata proclamata venerabile, nella speranza che presto venga riconosciuta beata.
(2 - fine)