“Lidia Rolfi e il contributo delle donne alla Resistenza” è il tema dell’incontro in programma venerdì 10 marzo, alle 18, presso la Sala Rossa del Palazzo comunale, nell’ambito della rassegna “Marzo al femminile” promossa dalla Commissione per le pari opportunità tra uomo e donna e dall’assessorato comunale competente.
Relatore della serata, organizzato dal Circolo dei Lettori del Comune di Fossano, il prof. Sergio Soave, ex sindaco di Savigliano, docente di storia contemporanea, più volte parlamentare.
Lidia Rolfi, nata da famiglia contadina, completò gli studi magistrali nel 1943 e iniziò ad insegnare in una scuola elementare in una frazione di Casteldelfino in Valle Varaita[1].
Entrò presto in contatto con la Resistenza locale e diventò staffetta partigiana già nel dicembre del 1943 con il nome di battaglia di “maestrina Rossana”. Il 13 aprile del 1944 fu arrestata dai fascisti della Guardia Nazionale Repubblicana a Sampeyre, incarcerata e consegnata alla Gestapo; trasferita nel carcere di Torino divise la cella anche con Anna Segre Levi. Deportata nel campo di concentramento nazista di Ravensbrück assieme ad altre tredici donne, vi restò nel Lager sino al 26 aprile 1945. Ne uscì viva nel maggio 1945 e rientrò in Italia nel settembre del 1945. Per quasi trenta anni si impegnò per far conoscere l’esperienza concentrazionaria delle deportate donne. Nel 1978 scrisse insieme ad Anna Maria Bruzzone “Le donne di Ravensbrück”, prima opera in italiano sulla deportazione femminile nei campi di concentramento della Germania nazista. Nel 1996 diede alle stampe il suo secondo libro, “L’ esile filo della memoria”, racconto autobiografico del difficile reinserimento nella vita civile dopo l’esperienza del Lager. Nel 1997 uscì postumo “Il futuro spezzato”, un saggio sull’infanzia durante la dittatura nazista.